A seguito di una tragedia personale, Haward, un importante pubblicitario di New York, decide di isolarsi da tutto e tutti passando le sue giornate covando rabbia, delusione e dolore. La situazione sembra sul punto di precipitare sino a quando i suoi soci e amici decidono di aiutarlo a ritrovare interesse per la vita. Nel farlo scopriranno parti di sé che avevano dimenticato, messi da parte per recitare dei ruoli che la società gli avevano assegnato.
In questo film tutti hanno bisogno di aiuto. Tutti hanno bisogno di un intervento critico, quasi miracoloso, per affrontare una cosa che tutti noi temiamo, forse la nostra peggiore paura: la Morte.
La temiamo, ma nessuno la affronta in modo così globale e profondo come emerge in questo film. Vivendo e amando la vita, pensando che esista un profondo collegamento con ogni cosa, possiamo vederla sotto una nuova luce. Nel discorso iniziale ai dipendenti dell’azienda, Howard chiarisce bene (in linea teorica) i 3 concetti che collegano l’esistenza di ogni essere umano.
“Sentiamo qual è il vostro perché. Perché vi siete alzati stamattina, perché avete mangiato quella cosa, perché vi siete vestiti in quel modo, perché siete venuti qui stamattina?
Non siamo qui solo per vendere qualcosa, siamo qui per un contatto. La vita riguarda le persone e allora come possiamo migliorare la vita della gente? E questo come lo otteniamo? Amore, Tempo e Morte. Queste 3 astrazioni collegano ogni singolo essere umano sulla Terra.
Ogni cosa che vogliamo, ogni cosa che abbiamo paura di non avere, ogni cosa che decidiamo di comprare è perché in realtà, a conti fatti, noi desideriamo l’Amore, vorremmo aver più Tempo e temiamo la Morte.”
AMORE
Nelle culture sciamaniche noi diventiamo quello che pensiamo, quello che sogniamo. Come possiamo sognare la nostra salute per tutta la vita, la libertà dalla malattia, il risveglio del nostro pieno potenziale come esseri umani? Per fare questo dobbiamo capire che l’Amore vero è quello Incondizionato (per noi stessi e per gli altri, per la Terra, per tutto ciò che facciamo nella nostra esistenza) e risiede nel nostro Cuore, non al di fuori di noi. L’Amore è la forza fondamentale della creazione, è onnipresente, è ovunque, è la materia di cui sono fatte le galassie.
Nel film quando Howard prova risentimento e delusione verso l’Amore, l’Amore risponde:
“Io sono in ogni cosa, nell’oscurità e nella luce, sono nel sereno e nella tempesta. Si hai ragione ero anche nella sua risata. Ma come sono qui adesso nella tua disperazione, sono la ragione di ogni cosa, sono il solo e unico perché. Non cercare di vivere senza di me , ti prego…”
Ma l’Amore fa anche riflettere sui sentimenti riguardo ai nostri affetti più cari, i figli, ad esempio, e ad un certo punto del film fa una domanda diretta:
“Dimmi cosa hai provato quando è nata tua figlia?”
“Quando è nata mia figlia ero terrorizzato, poi me l’hanno data in braccio… e ho provato una meravigliosa sensazione, inspiegabile: l’ho guardata e ho sentito che non stavo provando Amore, ero diventato Amore.”
MORTE
Per gli sciamani la paura della Morte deriva dal fatto che l’essere umano non contempla l’impermanenza. L’illusione che le cose dureranno per sempre (questa relazione, questo corpo, questa carriera, questa opportunità) genera sofferenza. Niente dura per sempre, la consapevolezza che la Morte ci perseguita, che è sempre al nostro fianco è qualcosa di terrificante. Nel momento in cui ci svegliamo dall’incubo della temporalità della Morte, allora possiamo scoprire l’immortalità, l’infinito, capire che la Morte è solo una porta in un viaggio infinito che stiamo facendo, ma questo deve venire dall’esperienza, non può essere qualcosa di cui leggiamo, deve venire dalla scoperta della Morte come alleata, la più grande alleata.
Una volta che si abbraccia la Morte come una porta o un grande insegnante possiamo essere presenti in ogni momento. Amare ogni momento della nostra vita, così che la felicità non è condizionata da ciò che ci succede nella vita: le cose belle accadono, sono felice, accadono cose brutte , sono ugualmente felice. Qualunque cosa accada sono felice di essere qui a fare questo cammino per trovare e perseguire la mia Missione: questa è la chiave dell’immortalità.
Secondo alcuni scienziati essere felici, aver compreso lo scopo, la Missione della nostra esistenza è la chiave dell’immortalità. Questo si traduce nel rafforzare i propri telomeri. I telomeri sono i filamenti del DNA che determinano la durata e la qualità della vita. Quando trovi la tua missione, quello che sei venuto a fare qui, che è sognare la bellezza e la verità in essere nel mondo, i tuoi telomeri iniziano ad allungarsi, ottieni della vita in più e arrivi a vivere una vita molto più lunga e sana, non devi affrontare l’incubo della malattia.
TEMPO
Infine c’è il Tempo. Per le culture native il tempo non costituisce un problema. Essi vivono seguendo i ritmi della natura, mangiando solo ciò che serve al loro sostentamento, creando relazioni durevoli e compiendo scelte che contribuiscono ad aiutare e sostenere la comunità e la Terra, perché hanno ben chiaro il concetto di Unione.
Nella nostra società il Tempo è probabilmente la risorsa di cui noi tutti sentiamo più la mancanza, perché non sappiamo gestirlo bene. Facciamo, allora, una riflessione estrema che renda l’idea di quanto sia importante non sprecarlo, neanche in minima parte.
Se fosse l’ultima settimana della tua vita cosa faresti? Seguiresti la testa, la pancia o il tuo cuore? Gusteresti al massimo i dettagli della vita?
Cos’è che ti rende veramente felice?
Ogni singolo respiro, per esempio, rappresenta un miracolo sul quale non ci soffermiamo mai abbastanza, l’abbraccio sincero del proprio partner, la presenza di un amico, l’emozione di un’alba o di un tramonto, del vento che accarezza il viso, della sensorialità di un piatto fatto con amore. Se la consapevolezza è entrata a far parte della tua vita probabilmente cercheresti di recuperare ciò a cui prima avevi dato scarsa importanza, impegnato come eri a riempire il tuo tempo di cose, relazioni e lavori inutili.
La rabbia di Howard si rivolge anche verso il Tempo, accusandolo di distruggere tutto il buono che c’è al mondo, di trasformare la bellezza in cenere. La risposta del Tempo è perentoria:
“Se l’Amore è creazione e la Morte è distruzione io sono solo il terreno di mezzo, tu non capisci il Tempo? Nessuno capisce il Tempo. Beh Einstein ci è andato vicino dicendo che è un’illusione. Vi piace brontolare e lamentarvi: non c’è abbastanza tempo, la vita è breve, oh ecco i primi capelli bianchi. Sai un giorno è lungo un’eternità. Io sono un’abbondanza, sono un prezioso dono. Anche mentre te ne stai qui a dire stronzate, io ti faccio un regalo e tu lo sprechi per cosa? Che cosa è questo…”
Per migliorare la gestione della propria vita bisogna partire dalla singola giornata, prestando molta importanza all’inizio della stessa. In questo momento, che potremmo definire sacro, prepari le tue abitudini, il tuo corpo e le tue emozioni ai compiti che dovrai assolvere durante la giornata. Potrai pianificare, ad esempio, di meditare, fare esercizi di respirazione oppure attività fisica, definire gli obiettivi della giornata, fare il diario, magari una colazione rafforzativa. Anche la chiusura è un momento molto bello, da sfruttare al meglio, a cui pensare per concludere bene la giornata.
In questo momento magico potrai, ad esempio, pianificare il diario della gratitudine oppure un momento di visualizzazione del tuo spazio vitale, ascoltare della musica rilassante, leggere un buon libro e volendo fare un po’ di respirazione o esercizio fisico.
Nel mezzo della tua giornata è utile creare dei blocchi protetti per fare un lavoro profondo, dei blocchi per relazionarti con gli altri e dei blocchi per il tuo tempo libero e la tua famiglia. Il tutto intervallato da momenti di ricarica consapevole, brevi ma intensi.
Controllare la singola giornata ti consentirà di rendere al meglio per realizzare la tua Unicità, per dare qualità alle tue relazioni, alla tua famiglia, ai tuoi interessi, alla tua Missione e alla tua vita.
Amiamo noi stessi e tutto ciò che ci circonda, non temiamo la Morte, viviamo il nostro Tempo guardando all’infinito.
In Lak’ech, tutto è Uno.
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