Scena sulla squadra: Cosa ti rende un vero campione?

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Il dirigente responsabile della squadra corse Ford, ordina a Ken Miles di rallentare per realizzare un arrivo in parata,  e scattare una foto storica delle loro tre vetture che tagliano insieme il traguardo. Cosa sceglierà Ken la squadra o una vittoria solitaria?

Ci sono dei casi in cui la solo abilità e bravura non rende davvero delle persone vincenti.  Anche se il mondo è pieno di atleti,  persone molto brave nel loro lavoro, solo alcune di queste riescono davvero a diventare un’ispirazione, personaggi in grado di trasmettere un cambiamento nelle persone che gli sono accanto.

La storia di questi individui ci ispira nel creare un modello partendo dai momenti critici. Uno di questi attimi ben rappresentato in questa scena tratta da “ Le Mans 66 – La grande sfida”.

Ken Miles è in testa alla corsa: il suo successo personale è alle porte, e anche se fa parte di una scuderia, un po’ come succede per i calciatori, la vittoria individuale ha un fascino molto potente. Essere un vincente, il migliore di tutti, dimostrare di essere il più veloce anche sui suoi compagni, assicura un senso di orgoglio che pochi hanno la possibilità di avere nella vita.

Con grinta Ken batte il suo ultimo record ( record di pista che resterà per molto tempo), e sta allegramente avvicinandosi al traguardo.

Ma la strada davanti a lui è vuota. Nel suo abitacolo stretto fuori dal mondo, ad una velocità altissima fuori dal tempo, Miles si rende conto di essere solo.

-“ La scelta è mia?”

– “ La scelta è tua”

Quando lasciamo le persone a riflettere con se stesse, sul senso di responsabilità e condivisione, possiamo essere certi che (nella maggior parte dei casi) faranno le migliori scelte per se stessi e per gli altri. 

“ Le sta accompagnando al traguardo

Ken sceglie di far parte di una squadra; sceglie di condividere il merito con gli altri membri del team, con i colletti bianchi in tribuna, e con tutti gli operatori che in scuderia hanno lavorato per lui. Sceglie di essere non più uno solo, ma di far parte di una famiglia. Con la sua scelta dà un esempio di grande forza, umiltà e intelligenza.

E’ un atteggiamento penetrante, che ci spinge ad essere migliori, irrazionali e umani allo stesso tempo. Si può essere dei campioni anche nella vita di tutti i giorni, scegliendo di anteporre ai nostri interessi, il benessere collettivo.

Mi torna in mente un episodio avvenuto nella segreteria della mia università ( una di quelle  con pochi sportelli, in cima ad una salita, e sempre piena). A quei tempi occorreva recarsi presso gli sportelli per la convalida di alcuni particolari esami, il ché generava non poca affluenza nei periodi post- seduta.

Mentre ero in coda, una ragazza in dolce attesa poco dietro di me in fila, cominciava a risentire del tempo passato in piedi.

In quella giornata affollata e afosa ricordo un mio compagno di corso lasciare il suo posto occupato da ore, ormai vicino allo sportello, a quella ragazza. Nessuno lo fece passare di nuovo avanti, né riprendere il suo posto, e passò l’intero pomeriggio chiuso in segreteria. Ma il giorno dopo, apparve un cartello, che è poi rimasto nella storia della mia facoltà :

“ Cedere il posto a chi ne ha più bisogno, è un atteggiamento da trenta e lode”

Non temere di cambiare il mondo intorno a te, o te stesso se credi sia la cosa giusta: sorprenditi nel  vedere quanto gli altri saranno ispirati dal tuo comportamento.

Sorprenditi nello scoprire il campione dentro di te.

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