Scena sulla proattività: Come possiamo rimediare?

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La scorsa settimana ho visto un video su youtube. La voce fuori campo continuava ad insistere sul fatto che l’uomo è riuscito a sopravvivere fino a questo momento solo grazie alla collaborazione. La natura delle cose vuole che ci siano sempre più sfide da superare. Cambiamenti climatici, geopolitici, sociali e per fortuna una nuova consapevolezza del consumo che avanza.

In questo scenario le aziende si trovano a fare i conti con un periodo di transizione senza precedenti in cui l’atteggiamento del capitale umano rappresenta l’asset principale, a dispetto di chi pensa che la tecnologia ci salverà.

Può una macchina motivare un uomo ? Può alimentare la speranza  quando tutt’intorno non c’è altro che sconforto? 

Nella scena tratta dal film  “Tomorrowland”, l’atteggiamento di  Casey è quello che tutti i capitani moderni vorrebbero vedere nelle loro aziende, così come noi vorremmo vederlo in loro.  Non c’è alcun dubbio che i problemi esistono e che l’uomo fin’ora ha fatto ben poco per arginare le conseguenze del suo vivere scellerato, ma “come possiamo rimediare?” , come possiamo farlo mantenendo nel cuore un’intenzione sincera?

Questa è la domanda che andrebbe posta prima di farsi altre domande.

Tra professori che parlano troppo del passato e poco del futuro, politici e manager ancorati al presente, non ci resta che puntare sulle personalità vincenti.  Uomini e donne che si attaccano alla speranza, come  a poche altre certezze. Casey prima risolleva il padre con il racconto dei due lupi, poi  è l’unica ad alzare la mano per contrastare il disfattismo degli insegnanti:  “capisco che le cose vanno male, ma come possiamo rimediare?”

A chi serve una domanda del genere ?

Agli insegnanti prima di tutti (e non tutti naturalmente)  perché se hanno ancora un briciolo di coscienza, dovrebbero accorgersi che la loro vera missione non è seguire i programmi scolastici, ma  formare adulti capaci di porre, a se stessi e gli altri, domande intelligenti.

Ai compagni di classe, perché comprendano che c’è un modo diverso di vedere le cose, con maggiore responsabilità individuale e maggior intraprendenza.

Al mondo, perché chi si pone questa domanda, con l’intenzione di fare del bene, è un vero leader, e il mondo ne ha tanto bisogno.

E infine serve a Casey, perché  potrebbe darsi che non ci sia nessun modo per rimediare, ma intanto si è data la possibilità di scoprire il contrario, di mettersi alla prova, e di attivare le sue capacità di problem solving. 

Invece l’epilogo della scena somiglia troppo alla nostra realtà. Un uomo che alza lo sguardo al cielo e viene salvato dalla campanella. Quando penso a questo, penso a tutti coloro che in posizione di potere, non aspettano altro che il week end per andare avanti fino al raggiungimento del prossimo obiettivo personale.

Ma per fortuna di “Casey” ne ho conosciuti molti e a dirla tutta, saranno loro a salvarci non certo la tecnologia o la politica.  Come diceva Einstein

“Il mondo così come l’abbiamo creato è un risultato del nostro pensiero. Non possiamo cambiarlo se non cambiamo il nostro modo di pensare”

 

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