Scena sul problem solving: noi siamo nell’impossibile

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Un problema diventa tale, quando non c’è soluzione.  Ma chi stabilisce l’esistenza di una soluzione se non la nostra capacità di investigare l’impossibile?

Nella vita di tutti i giorni, più che allenare la nostra capacità di problem solving, tendiamo ad evitare e procrastinare.

E se invece del nostro ufficio, con lo snack bar, il pc e la nostra bottiglia d’acqua da due litri sulla scrivania, (che non berremmo mai fino alla fine), fossimo bloccati su una navicella spaziale? Se dal modo e i tempi di risoluzione di ogni singolo problema, dipendesse la nostra stessa sopravvivenza?

La serie “Away” di recente produzione Netflix,  è un vero è proprio training intensivo su due temi caldi del management: la fiducia e il problem solving. Una maratona di problemi da risolvere contro il tempo puntando sulla credibilità e sulla competenza dei membri.

Anche se il contesto in cui è calato l’equipaggio dell’Atlas è lontano dal nostro vissuto quotidiano, è opportunamente pragmatico semplificare la missione di ognuno di noi con un lapidario:  risolvere problemi (anche apparentemente impossibili). 

Se così non fosse, quale sarebbe il tuo scopo? Soddisfare bisogni?! E non è forse questo “risolvere problemi”?

Non sei qui alla NASA per risolvere problemi impossibili?” Forse non lavori alla NASA, ma l’esempio rappresentato nella scena può esserti comunque d’aiuto.

Dall’analisi fatta da Kwnesi, il team sa di avere a disposizione “settantadue ore per risolvere il problema” e anche che “ le prossime sei ore saranno le più proficue, prima che compaiano i sintomi [della disidratazione]”.

Ritagliare un lasso di tempo nel quale il problema deve essere risolto, aiuta a gestire meglio il proprio comportamento, e soprattutto non lascia spazio alla procrastinazione.

Stabilisco il  termine massimo, non rimanderò a domani o alla sera, e cercherò di organizzare il lavoro e la mia capacità di concentrazione nelle prime ore, così da non arrivare con l’acqua alla gola ( se dobbiamo fare qualcosa di impegnativo, questo è il lasso di tempo più adatto).

La vera sfida però, sta nella capacità di pensare all’impossibile.

Forse la questione è che col tempo ci siamo abituati a dare sempre le stesse “risposte standard”: agiamo nelle modalità già sperimentate, e quando non funzionano, pensiamo semplicemente di essere stati sfortunati. Quando di fronte ad un problema complesso non ci sembra di vedere nessuna via di fuga, dovremmo ricordarci di Alice nel paese delle meraviglie: 

Alice rise: “E’ inutile che ci provi,” disse “non si può credere a una cosa impossibile! “Oserei dire che non ti sei allenata molto,” ribatté la Regina “quando ero giovane, mi esercitavo sempre mezz’ora al giorno. A volte riuscivo a credere anche a sei cose impossibili prima di colazione.”

Al giorno d’oggi siamo tutti nel regno dell’impossibile! E come disse Einstein:

“l’immaginazione è più importante della conoscenza”.

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Away” è una serie televisiva statunitense di genere fantascientifico con Hilary Swank come protagonista. Disponibile su Netflix
 

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