Scena su resilienza e problem solving creativo: la vita va avanti

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Quello della resilienza è un concetto che conosciamo bene, chissà quante volte ce ne siamo serviti per superare le difficoltà, più o meno grandi, che incontriamo nella vita di tutti i giorni. Spesso neanche ci accorgiamo di essere stati “resilienti”, perché è quella capacità, innata in ognuno di noi, che ci permette di reagire, attraverso un processo di ri-adattamento, a situazioni avverse, dallo stress quotidiano a eventi traumatici. Non si tratta, però, solo di forza d’animo, è qualcosa in più, che ci permette di riorganizzare la nostra vita, facendoci scorgere nuove opportunità nelle difficoltà che stiamo fronteggiando.

Anche per Michael, talentuoso chef che, con passione e dedizione, delizia ogni giorno il palato dei suoi clienti, arriva la difficoltà. Per lui e i suoi colleghi, i suoi vicini, per Susan, di cui si sta innamorando, per gli abitanti della Gran Bretagna, della Cina, della Thailandia, della Russia, del mondo. “Perfect sense”, il film da cui è tratta la sequenza di scene proposta, racconta di una grave epidemia che, progressivamente, colpisce il mondo intero: inspiegabilmente aumentano i casi di persone che, dopo una profonda crisi di depressione e tristezza, perdono il senso dell’olfatto.

È una sensazione bruttissima dover mangiare senza poter sentire l’odore dell’amido del riso, il profumo del rosmarino e della vaniglia che si mescola con quello della pastafrolla. Un duro colpo per Michael dover immaginare e realizzare i suoi piatti in un ambiente dall’aria piatta e inodore.

“Probabilmente passerà. I nostri clienti non sentono gli odori, quindi sarà come cucinare per persone col naso tappato. Sfoderiamo l’artiglieria pesante”.

La soluzione è “aggrapparsi” alla propria capacità di “resilienza” per rialzarsi, trovare una via d’uscita  per continuare a dare valore al proprio lavoro e non privare le persone, insieme al senso dell’olfatto, della gioia di andare al ristorante.

E, mentre “la vita va avanti”, “il cibo diventa più speziato, più salato, più dolce, più aspro, ci si abitua” e, dopo un iniziale momento di smarrimento, “lentamente tutto torna alla normalità, le persone fanno quello che facevano prima, al meglio che possono”.  Meglio di qualsiasi definizione, questa scena riesce a descrivere il concetto di “resilienza”.

Alla base della resilienza c’è positività, energia, capacità di gestione delle emozioni e dello stress, tenacia, dinamicità e flessibilità e, non ultima, l’inventiva. Michael si pone di fronte alla nuova difficile realtà in modo attivo e creativo: deve re-inventarla e reinventarsi, ri-costruirla e, per farlo, occorre mantenere un atteggiamento non diffidente ma aperto alle possibili soluzioni del problema, non difendendosi dalla nuova imprevista situazione, ma sforzandosi di superarla, muovendosi verso nuove prospettive, nuove realtà.

Quando “nel giro di poche settimane” anche “ il gusto diventa un ricordo lontano e sensazioni nuove prendono il suo posto”, occorre fare in modo che “andare al ristorante”  non diventi solo “un modo per offrire la cena” o “sentire il suono del vino mentre viene versato e il tintinnio dei bicchieri”.

In contesti difficili, nei momenti di transizione e di cambiamento, il fattore “creatività” è estremamente importante, in quanto favorisce la nascita di nuove idee e fornisce alla persona gli strumenti per affrontare la realtà con flessibilità e trovare nuove strategie di risoluzione.  Tutti questi fattori fanno capo anche ad un’altra capacità, il “problem solving”, ovvero l’insieme delle abilità e dei processi cognitivi coinvolti nella risoluzione di problemi.

Ogni problema è un ostacolo che si pone tra noi e i nostri obiettivi. Per raggiungerli occorre scovare una soluzione che richiede innanzitutto un cambiamento della nostra ottica. Talvolta, come in questo caso, in un clima di crisi e sbandamento, di perdita di ogni riferimento, dei propri ricordi (“la perdita più grande sono tutti i ricordi che non si attivano più”), del controllo del proprio corpo, non è semplice restare lucidi, concentrati e ottimisti. Il problem solving è proprio quella straordinaria risorsa che aiuta Michael e il suo staff ad osservare la “nuova” realtà come ad un problema che si può risolvere e a cercare di rendere accettabile e stimolante la situazione, ai loro stessi occhi e a quelli dei clienti.

Se la resilienza è la capacità di reazione delle persone alle avversità, il problem solving offre i mezzi per sviluppare tale capacità.

Ecco come resilienza e problem solving creativo in questa sequenza di scene si intrecciano per dare un esempio di come la mente, “armandosi” di flessibilità, sia in grado di generare nuove alternative per fronteggiare un problema.

Albert Szent-Gyorgi, scienziato ungherese e premio Nobel per la medicina, sostiene che il segreto del problem solving creativo nella ricerca di nuove idee risieda nella conoscenza e nell’esperienza. Per trovare soluzioni davvero innovative bisogna uscire dagli schemi prefissati, cambiando la propria prospettiva e, facendo appello al proprio background di conoscenze, affidarsi all’intuizione.

È così che il “crack” della sfoglia offre a Michael, in una giornata come le altre, l’intuizione per “offrire” ai suoi clienti la sensazione di croccantezza e, insieme ad essa, un modo nuovo per stimolare piacevolmente i sensi ancora attivi, l’udito, il tatto e la vista.

E allora diventa semplice per un critico gastronomico notare che “un’attenzione speciale è stata riservata non solo al cibo, ma anche alla temperatura e alla sua consistenza” , apprezzare il passaggio dal “freddo ghiacciato” al “caldo rovente”, l’ “asciutto”, il “soffice”, il “croccante”, il “blu scuro” e considerare “tutto di alto livello”.

Resilienza e problem solving creativo. Allenarti a sviluppare queste capacità ti permetterà di risolvere creativamente ogni problema e di raggiungere il tuo obiettivo, qualunque esso sia, perché

“La vita va avanti!”.

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“Perfect Sense” è un film del 2011 diretto da David Mackenzie. Il lungometraggio, interpretato da Eva Green e Ewan McGregor, è stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival 2011.

 

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Scene su resilienza e problem solving creativo tratte dal film "Perfect sense"

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