Scena sul pensiero divergente: Può una macchina pensare?

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Esattamente come un pugno sferrato alla stessa altezza può sfondare il mio stomaco, o colpire il ginocchio di uno dei miei collaboratori, mezzo metro più alto di me, esiste una soglia di tolleranza del pensiero divergente che per alcuni è alta per altri bassa, ed è un fatto assai normale.

Alcuni si sforzano di apprezzare le “diversità”, ma non è mai abbastanza, perché ogni volta che il pensiero divergente di un’altra persona si tramuta in un’azione, a meno che tu non faccia una qualche pratica meditativa, lo stomaco comincia a bruciare.

Come è accaduto spesso, le persone che hanno avuto l’audacia di pensare diversamente dagli altri sono stati trattati dalla “società dei normali” (quelli a cui lo stomaco brucia) nelle più disparate maniere e, a seconda del periodo storico in cui il fatto accadeva, sono passati dall’essere stati etichettati pazzi fino ad arrivare al rogo.

A loro va tutta la nostra riconoscenza. Gente che non si accontenta di seguire il percorso, ma vuole crearlo. Persone che hanno messo gli interessi delle comunità prima dei loro, sapendo che non gli sarebbe mai stato riconosciuto. Eppure…

“Sono le persone che nessuno immagina possano fare certe cose, quelle che fanno cose che nessuno può immaginare…”

Questa era una delle frasi preferite di Alan Turing, considerato da tutti il padre dell’informatica moderna, ancor prima dei blasonati nomi della tecnologia, grazie ai suoi studi si è potuto sviluppare gli attuali computer. C’è sempre qualcuno che deve sacrificare la propria vita per rompere il muro della diffidenza.

Dal film biografico traspira tutto il coraggio e la motivazione di un uomo che ha saputo guardare oltre, e che per questo si è attirato le antipatie dei suoi persecutori. Turing confermò alcuni studi sconvolgenti sugli algoritmi di lettura delle macchine, che portarono in seguito a decifrare il codice di comunicazione di “Enigma”, il trasmettitore con il quale venivano impartiti gli ordini alle truppe tedesche. Grazie al suo lavoro milioni di persone scamparono alla ferocia nazista.

Mentre stava lavorando a questo progetto, come prevedibile, venne osteggiato in più modi, fino ad essere accusato di abusi sessuali nei confronti di un ragazzo, in un periodo in cui l’omosessualità costituiva un reato.

In questa scena, tratta dal film “The Imitation Game”, è come se Turing stesse affermando al mondo intero il motivo del suo successo, anzi del suo lavoro, dal momento che l’epilogo non fu altro che l’annientamento di un uomo.

“Poiché qualcosa pensa diversamente da noi, vuol forse dire che non sta pensando?”

Quanta saggezza in questa frase! Poniamola sotto un altro punto di vista.

Noi generazione che calpestiamo questa terra per poi lasciarla ad altri che verranno dopo, possiamo davvero “progredire” e lasciare un’eredità di valore di cui valga la pena parlare, se non accettiamo pensieri divergenti dai nostri?

Tutto ciò che di buono ci ha portato dove siamo è nato da un uomo o una donna che la pensavano diversamente e che hanno accettato l’idea secondo la quale i “cervelli pensano diversamente”.

Poiché qualcuno pensa diversamente da noi, vuol forse dire che non merita di essere ascoltato, rispettato, libero?

C’è tanta strada da fare su questo fronte, a partire dalle piccole cose per finire alle grandi manovre che potrebbero davvero decretare l’ingresso della nostra generazione nella storia dell’umanità. A tratti invece, sembra che ne stiamo uscendo.

Se una macchina può pensare come un uomo, allora un uomo può agire come una macchina? A quanto pare sì, incapace di mostrare empatia, di comprendere le ragioni dell’altro, rigido al punto da non poter andar oltre le sue stesse programmazioni.

Questo è quello che vediamo negli occhi del poliziotto che sta interrogando Turing, e questo è quello che vediamo in giro ogni giorno. Gente che risponde a degli input che non sono neppure i propri.

Dal nuovo film della Disney “Alice attraverso lo specchio”: 

“L’unica maniera di ottenere l’impossibile è pensare che sia possibile”

Di Alan Turing è piena la storia e sono certo anche le nostre giornate, basta osservare senza pregiudizi  chi ti circonda: con le sue diversità e i suoi gusti può insegnarti molto di più di ciò che già è stato scritto. Ricordiamoci sempre che la storia di domani è il “presente” di oggi.

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“…se caso mai non vi rivedessi…

buon pomeriggio, buona sera e buona notte!”…

(The Truman Show)

Virginio

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The Imitation GameThe Imitation Game” Un film di Morten Tyldum con Benedict Cumberbatch, Keira Knightley, Matthew Goode, Allen Leech, Mark Strong. USA / Regno Unito, 2014

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