Scena sugli obiettivi: Obiettivi e desideri

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Per ragioni di tempo non ho ancora visto il film “Le leggi del desiderio” di Silvio Muccino, ispirato alla figura del life coach, ed in particolare di Anthony Robbins. Spero solo che non mi giungano altre notizie scoraggianti da parte di tutti gli amici, formatori e coach, che, precipitatisi a vederlo, ne sono rimasti profondamente delusi.

Mentre cercavo delle recensioni sul film, mi sono invece imbattuto nel trattato di Lacan, filosofo dal quale sembra abbiano preso spunto i più grandi psicanalisti del nostro secolo.

Niente male direi! La cosa che mi ha fatto sorridere è stato scoprire che anche la sua teoria del desiderio viene citata in un film. Si tratta di “The life of David Gale”, il cui protagonista è Kevin Spacey. Ho trovato interessante quest’idea del “desiderio” immaginario.

Lacan (e quindi il Professor Gale nella scena tratta dal film) dice:

“Le fantasie non devono essere mai realistiche, poiché nel momento in cui otteniamo ciò che cerchiamo non lo vogliamo, non possiamo volerlo più. Per poter continuare ad esistere, il desiderio deve avere i suoi oggetti eternamente assenti. E non è quella cosa che noi vogliamo, ma la fantasia di quella cosa. Quindi il desiderio alimenta solo fantasie utopistiche”.

Facendo delle riflessioni meno filosofiche e più pratiche, sono sicuro che, per lo stesso motivo, spesso gli obiettivi che ci prefiggiamo non vengono raggiunti. Tanto vale anche per i nostri collaboratori.

Certo, bisogna distinguere i desideri dagli obiettivi, e possiamo farlo velocemente dicendo che i primi sono vaghi e i secondi hanno cifre e scadenze. Tuttavia la domanda resta:

Perché, appena abbiamo sentore che le nostre aspettative verranno soddisfatte, spesso sabotiamo noi stessi? Secondo Lacan, la risposta è nell’inconscio.

Qualche anno fa partecipai ad un evento con il Dott. Giuseppe Vercelli, ipnologo, nonché coach sportivo. Vercelli ci raccontò di aver allenato mentalmente Giorgio Rocca durante le Olimpiadi 2006 di Torino. Forse ricorderai la caduta rovinosa dello sciatore durante lo slalom finale. Eppure Rocca era il designato al titolo. Cosa era mai successo?

Come mai cadde in un punto al quanto facile della pista e senza particolari difficoltà? Il Dott. Vercelli ci fece dono delle sue scoperte a seguito di una lunga e sofferta analisi insieme all’atleta. I giorni successivi furono molto duri per entrambi e li passarono a scavare nelle motivazioni inconsce che avevano portato al fallimento. La diagnosi finale fu disarmante.

Durante gli allenamenti mentali (attraverso l’utilizzo dell’ipnosi e della PNL), Giorgio si immaginò ripetutamente di giungere alla bandierina di controllo intermedia ad un preciso tempo. Per il suo inconscio, quel tempo non costituiva più un obiettivo, ma una certezza. Lui stesso raccontò che durante lo slalom ebbe come la sensazione di essere stato più veloce e di aver abbattuto la barriera di quel tempo. In effetti fu proprio così.

Ecco spiegato il mistero. Il suo inconscio percepì l’obiettivo come raggiunto e mollò completamente la presa. Giorgio cadde senza neppure rendersene conto. Fu una brutta sconfitta.

La sua storia ci esorta a scegliere bene i nostri obiettivi, ad avere sempre un traguardo più grande di quello appena raggiunto per vivere una condizione di aspettativa infinita, proprio come dice Lacan. Mi pare di comprendere che il suo suggerimento suona come un paradosso: “vivi ai due estremi”.

Sogna in grande impegnandoti a raggiungere i tuoi obiettivi, che dovranno tendere ad un traguardo sempre più grande. Allo stesso tempo abbandona le aspettative, godendoti il presente, ora dopo ora, contribuendo anche alla felicità degli altri.

Dalla scena:

Vivere secondo i desideri non vi renderà mai felici. Per essere pienamente umani bisogna cercare di vivere secondo le nostre idee e i nostri ideali. Non certo misurando la vita in base a quanto avete raggiunto di quello che desideravate. Ma in base ai piccoli momenti di integrità, compassione, razionalità. A volte anche di sacrificio, perché alla fine, se vogliamo davvero misurare il significato della nostra vita, dobbiamo dare valore alla vita degli altri”.

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(The Truman Show)

Virginio

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3 commenti

  • Carlo Morante 8 anni fa

    grazie per questa testimonianza.
    Io spesso faccio una fatica enorme per conquistare un obiettivo, per poi lasciare stare all’ultimo momento. Devo capire dove sta l’inghippo

    Rispondi
  • Virginio De Maio 8 anni fa

    quello che posso suggerirti Carlo è di riflettere sugli schemi che si ripetono nella tua vita. La risposta solitamente la trovi nascosta tra le righe …

    Rispondi
  • Pietro 8 anni fa

    Ma come fai a trovare queste scene ? davvero ammirevole.
    Io credo che il desiderio non debba mai trovare limite altrimenti gli ostacoli della vita ti risucchiano nella mediocrità. Condivisibile l’idea di godere di qualsiasi cosa per sentirsi bene e continuare a puntare in alto
    grazie e alla prossima, ti seguo sempre con molto interesse
    Pietro De Blasio

    Rispondi

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