Il punto di vista del trainer
Una volta trovato l’indizio, l’agente Patrick Jane usa l’astuzia e qualche tecnica per arrivare subito alla soluzione.
Presume che chiunque abbia scritto il biglietto si trovi tra i colleghi della vittima, e allora parlerà a tutti. Ma prima ancora cerca il consenso:
“Ci serve il vostro aiuto…ci date una mano?”
1) FA IN MODO CHE LE PERSONE RISPONDANO “SI’”.
“Conosciamo l’identità del killer …l’assassino della ragazza è in questa stanza”
2) USA UN LINGUAGGIO VAGO.
Pensaci per un attimo: L’assassino è nella stanza? Conosciamo l’identità del killer? Se fosse vero l’avrebbero già preso, ma ciò nonostante questo modo di comunicare ha creato una cornice, nella quale “l’eventuale assassino” sta già riconoscendosi.
“Abbiamo motivo di credere che chiunque abbia scritto questo biglietto sia il killer”
3) USA UN LINGUAGGIO DI PRECISIONE.
Lui sa che qualcuno ha scritto quel biglietto, e quindi creando l’equivalenza “biglietto = assassino” sta colpendo in maniera precisa l’indiziato. Quest’ultimo nel frattempo comincia a cedere, soprattutto quando Patrick continua dicendo: purtroppo per “quella persona”…
L’agente continua a creare equivalenza “biglietto = assassino” fino a quando l’autore del biglietto cede svenendo. Del resto non aveva ammazzato lui la ragazza, ma aveva scritto solo il biglietto. Ciò nonostante, la paura di essere associato al delitto lo ha fregato.
Il bravo comunicatore crea le condizioni affinché l’interlocutore si riconosca nelle sue parole. Il problema/abilità dei politici, ad esempio, è quello di restare sul vago senza essere mai precisi.
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