Scena sulla felicità: Essere felici

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Di Virginio De Maio

Prendi il dialogo interno di Giovanni, un ragazzino di 14 anni, e ti accorgi che si può essere saggi anche senza avere i capelli bianchi o aver girato il mondo. Così giovane, con tutta la vita davanti e il sogno di essere felice, no! non contento o allegro, vuole proprio essere felice. Una filosofia semplice che può diventare un modo di vedere la tua vita e realizzare qualcosa di buono.

Ecco il dilemma: giocare in difesa, dove lo vuole la sua famiglia, i suoi amici e la sua scuola, oppure in attacco dove lui crede di essere destinato?

Non è una questione di chi ha ragione, perché forse nulla può essere vero per tutti e in tutte le circostanze, ma è una questione di convenienza. A stare in difesa si ci può accontentare, ogni tanto essere allegri e sentirsi bene, e se proprio capita di soffrire lo si fa lentamente, con poco dolore, tutta la vita.

Invece a me piace la filosofia di Giovanni. Anzi, io voglio giocare in attacco, come lui, e voglio andarmi a prendere le cose felici della vita, perché non so se è vero sempre che a stare avanti si è più felici, ma forse conviene sempre.

Essere felici.

Quando impari a gestire le delusioni e capisci che sono parte della tua crescita, allora giocare in attacco ha tutto un altro sapore. Soffri di più, ma puoi vincere di più, essere felice e fare la differenza anche per gli altri.

Oggi un ragazzino di 14 anni, che tutti chiamano “Banana” (da qui il nome del film) per i suoi piedi storti, è il mio maestro.

Cos’è per me la felicità. Io penso che la felicità è quando ti vai a prendere quello che c’è di grande nella vita, anche se devi superare tantissimi ostacoli e difficoltà. Quindi la felicità è una cosa che se proprio la vuoi te la devi andare a prendere. A questa cosa ci penso molto spesso, perché io delle volte mi sento solo e disperato, ma altre volte sento proprio di essere felice.

E non ho detto allegro, contento, sereno, ho proprio detto felice!

Di solito però gli altri, le persone normali, vogliono che stai in difesa, che fai catenaccio, è come se non ci credono che ci sono le cose grandi da andarsi a prendere in attacco. In difesa uno soffre meno, ma non so se può davvero essere felice.

Ma io, modestamente, credo di essere il più brasiliano che conosco.

Una cosa molto importante per essere felici sono le persone speciali, una persona speciale è quella che ti fa capire che in attacco ci sono le cose grandi e che stare in difesa è un peccato. Oppure sei tu che gli fai capire che in attacco ci sono le cose grandi e allora sei molto felice di farglielo capire.

Io ci provo ad essere felice, costi quello che costi. Certo, mica si può essere felici di tutto, però forse basta esserlo di qualcosa, che poi quel qualcosa illumina tutto il resto… e siamo salvi.

Segui il consiglio di Banana, circondati di persone “speciali” anziché di persone “normali”, che la normalità è sopravvalutata in un mondo in cui si fa prima a criticare che a realizzare qualcosa di buono. E soprattutto sii una persona speciale, una di quelle che spinge gli altri ad andarsi a prendere le cose belle della vita, oltre quel centrocampo che è la media, che è il massimo traguardo che tutti si aspettano.
Tu vali qualcosa in più, tu meriti di essere “felice”, non contento, ma “felice”.

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“…se caso mai non vi rivedessi…
  
buon pomeriggio, buona sera e buona notte!”…
 

(The Truman Show)

Virginio

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