Scena sulle prospettive: Prospettive

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Di Stefano Cera

Tra miei film preferiti sulla gestione delle controversie, ci sono quelli che trattano il tema della differenza di prospettiva, utilissimo per entrare nella “situazione” legata a tale argomento e comprenderne le premesse. E’ questo il caso del film Flags of our fathers, che descrive la vera storia di una delle fotografie di guerra più famose della storia, scattata all’inizio del 1945 sulla cima di una collina dell’isola di Iwo Jima. «All’inizio del ’45, ormai sul finire della guerra, sei marines vennero fotografati mentre issavano, sulla cima di una collina dell’isola di Iwo Jima, la bandiera americana. Iwo, territorio vitale e sacro giapponese, fu battaglia cruentissima. Quella fotografia divenne il simbolo dell’azione e del cuore di chi combatteva e ci fu chi disse che quello scatto aveva fatto vincere la guerra (My Movies)». La narrazione della storia (che mette in luce una verità nascosta) diventa l’occasione per rivivere, negli occhi e nella mente dei soldati americani che vi hanno partecipato, la celebre (e cruentissima) battaglia di Iwo Jima, una delle più famose della seconda guerra mondiale ed uno dei simboli del conflitto tra americani e giapponesi che è culminato, nell’agosto 1945, con le due terribili bombe di Hiroshima e Nagasaki.

Lo stesso accade nel suo “gemello”, Lettere da Iwo Jima, dal quale è tratta la scena proposta, dello stesso regista e sempre del 2006, nel quale tuttavia il punto di vista cambia ed i “protagonisti” diventano i soldati giapponesi che, consapevoli della terribile prova che li attendeva, scrivono alle proprie famiglie. E attraverso le lettere si scopre che le parole dei soldati giapponesi non sono tanto diverse da quelle che avrebbero potuto scrivere i soldati americani. Anzi, l’amore per le proprie famiglie, che traspare dalle lettere, è esattamente lo stesso degli americani, come pure il dolce ricordo di casa e la paura di non sopravvivere alla battaglia e tanti altri aspetti, che mettono in evidenza un “mondo”, il mondo dei soldati prima di una terribile prova.

Pertanto, dal punto di vista della negoziazione e mediazione, il merito dei due film di Clint Eastwood è quello di farci vedere la guerra “con gli occhi degli altri”, con la consapevolezza (come spettatori) che gli “altri”, per gli altri, siamo noi (come recitava anche una famosa canzone di tanti anni fa). Alla domanda, “Cosa si provava, all’interno dei due schieramenti, prima di una delle battaglie decisive nella guerra del Pacifico?”, il regista dà una convincente risposta, e lo fa attraverso questi film, che descrivono il “dietro le quinte” dei due eserciti prima dello scontro.

Pertanto, il messaggio “combinato” che emerge dalla visione dei due film, una volta approfondito il punto di vista americano ed inquadrato lo scenario giapponese, è che «se si conoscesse davvero chi si ha di fronte forse non lo si odierebbe, come invece accade in tutte le guerre (My Movies)». Ed è esattamente questo ciò che vediamo rappresentato in una delle più belle scene di Lettere da Iwo Jima, quando un manipolo di soldati giapponesi trova un soldato americano ormai morto e il comandante legge a voce alta la lettera che gli aveva spedito sua madre da casa. Lo sguardo dei soldati giapponesi è significativo sul “cambio di paradigma”.

In conclusione, i due film sono un invito ad approfondire la conoscenza dell’altro, a non fermarsi alle prime impressioni, ad abbandonare la superficialità di un’immagine del “nemico” che spesso copre ogni ulteriore riflessione sui nostri interlocutori, che magari sono lì, come noi, a provare le nostre stesse sensazioni. Ed è questo, a mio avviso, il messaggio su cui lavorare per proporre la visione dei due film in un percorso di formazione. Il conflitto, lo stesso conflitto, visto attraverso gli occhi dei due contendenti… il modo migliore per trovare punti in comune, elementi di contatto, un’unica ricostruzione fatta di diverse “visioni” sul conflitto.

Stefano Cera: Da piccolo ha visto 2001: Odissea nello spazio e si è addormentato al cinema! Tuttavia, da allora ha sviluppato l’“insana passione” per il grande schermo e soprattutto (una volta diventato formatore) per tutto ciò che questo portava all’apprendimento. Sviluppa le sue attività in aula lavorando con i video ed i film… perché una scena vale davvero più di tante parole. Senior Consultant & Experiential Trainer, Autore di Che film ci mediamo stasera? Ovvero, imparare la risoluzione dei conflitti attraverso i video, in La giustizia sostenibile, (a cura di) M. MARINARO, Aracne, Roma, 2012. Lo trovi sul blog: http://formamediazione.blogspot.it

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Lettere da Iwo Jima“Lettere da Iwo Jima Un film di Clint Eastwood con Ken Watanabe, Kazunari Ninomiya, Tsuyoshi Ihara – Titolo originale “Letters from Iwo Jima”. USA, Giappone, 2006

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