Scena sull’ancoraggio: Un odore familiare

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Di Virginio De Maio

Il Contesto

Henry è un biologo marino che si è invaghito di una ragazza seduta in un bar. Mentre pensa alla strategia giusta per conoscerla, non sa di avere una potente arma dalla sua parte. Lo scoprirà nel corso dell’incontro…

Il punto di vista del trainer

Lucy: Mio padre fa il pescatore; lui e mio fratello Doug stanno per mare diversi mesi alla volta e mi mancano talmente quando sono lontani che quando arrivano li stringo almeno 5 minuti ciascuno. E odorano proprio come le tue dita. E’ il più bell’odore del mondo.

Henry: Le mie dita sono a disposizione per il piacere di una tua sniffata come e quando desideri. Vuoi?

Come mai Lucy è così affabile con Henry? Ovvero, perché gli concede fiducia istantanea tanto da farlo accomodare al suo tavolo? Non sarà forse per quell’odore così forte da far sembrare tutto così familiare?
Sembra proprio di sì, e Lucy ne spiega il motivo in maniera molto semplice. Tecnicamente, in Programmazione Neurolinguistica vengono chiamati “ancoraggi” (in particolare siamo di fronte ad un ancoraggio olfattivo): ti basta sentire un odore, ascoltare una canzone o immaginare un luogo per provare le stesse identiche sensazioni del passato.

Nella scena, Lucy elenca tutte le caratteristiche necessarie affinché uno stimolo esterno (l’odore del pesce) diventi un’ancora per accedere a delle emozioni (sensazione di felicità e familiarità) ogni volta che lo si voglia.
Un’ancora per funzionare deve:
1) Essere azionata nel momento del picco emotivo (di fatto Lucy abbraccia i suoi cari ogni volta che tornano da lunghe assenze, ovvero quando la felicità di rivederli è incontenibile)
2) Essere ripetuta più volte di modo che si fissi nella memoria emozionale del soggetto (Lucy dice chiaramente “ogni volta che mio padre e mio fratello”,quindi almeno due volte per chi sa quante volte all’anno)
3) Essere associata ad uno stimolo forte (l’odore del pesce)

Per inciso, l’ancora funzionerebbe anche nel caso in cui invece dell’odore del pesce, Lucy si ripetesse più e più volte una parola nella sua mente, proprio nel momento di picco in cui prova l’emozione. Nel futuro le basterebbe ripetere quella parola per provare la stessa identica emozione.

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4 commenti

  • Josè 9 anni fa

    Ciao Virginio!
    E’ il modo migliore di spiegare il concetto di ancoraggio che abbia mai visto!
    🙂
    Si vede la scuola Formisano! :-))

    Rispondi
  • Virginio 9 anni fa

    …un abbraccio grande Josè

    Rispondi
  • Piero 9 anni fa

    ottima risorsa grazie.

    Rispondi
  • pediconemax 3 anni fa

    Scena molto efficace per comprendere una legge psicologica che lo psichiatra fiorentino Roberto Assagioli ha proposto nel suo lavoro sulla Psicosintesi.

    La prima fra le dieci leggi della psicodinamica, relative ad alcuni aspetti del funzionamento della nostra psiche, così si esprime :
    Le immagini o figure mentali e le idee tendono a produrre le condizioni fisiche e gli atti esterni ad esse corrispondenti.
    La seguente, riportata come seconda legge:
    Gli atteggiamenti e i movimenti e le azioni tendono ad evocare le immagini e le idee corrispondenti, queste, a loro volta (secondo la legge seguente) evocano e rendono più intense le emozioni e i sentimenti.
    Terza legge:
    Le idee e le immagini tendono a suscitare le emozioni ed i sentimenti ad esse corrispondenti.
    Per chi volesse approfondire, suggerisco la lettura del libro:
    “L’atto di volontà” di R. Assagioli – Astrolabio editore.

    Grazie Virginio per le risorse che ci dedichi e per il Servizio che rendi… all’intera umanità.

    Rispondi

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