Scena sul marketing: Steve Jobs ti direbbe: “punta all’invisibile”

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Di Virginio De Maio

Il contesto

Per Steve è un grande momento. Dopo aver venduto su carta 50 personal computer può far partire la produzione, ma restano ancora diversi ostacoli da superare. Dal vincolo di “non concorrenza con la HP” ai finanziamenti negati dalle banche. Ecco i momenti decisivi.

Puoi essere felice quando una grande azienda sminuisce la tua invenzione? Solo se ti chiami Steve Jobs.

In un’intervista poco prima della morte, Jobs disse: “Se vuoi puntare al successo, punta all’invisibile”. E’ ciò che ha fatto durante tutta la sua esistenza. Mentre molti lavoravano per soddisfare bisogni esistenti lui ne creava di nuovi, trasformando potenziali clienti in fedelissimi sostenitori del design e della bellezza.

La scena ritrae il mondo delle aziende come era 40 anni fa: dipendenti in uniforme, giacca e cravatta. Dirigenti con la verità in tasca, come quello dell’HP, così lungimirante da pensare : “Che diavolo può farsene la gente comune del personal computer?”

 

Era quello che voleva sentirsi dire Jobs, la grande opportunità per creare un mondo che ancora nessuno capiva: un mondo di bisogni invisibili. All’epoca, parlare di “un pc per ogni persona” era un po’ come parlare di teletrasporto oggi. Le banche non capivano, ma Steve era persino disposto a compiacerle tagliandosi la barba pur di realizzare i suoi sogni: “Alle banche non piace”.

La fede incrollabile era un ottimo antidoto contro i ripetuti rifiuti dei finanziamenti e piuttosto che fermarsi fondò la Apple in un garage, ispirando le persone “a rovesciare la cultura morta”.

Questa scena è una grande conferma. Steve non ha mai pensato alle sue idee come ad un business e persino l’offerta di Mike gli sembrò esagerata.La lezione per tutti noi è che la ricchezza finanziaria segue sempre la ricchezza emotiva.

Sognava di rendere la vita delle persone più bella e più semplice rispondendo alla sua coscienza e ad un bisogno umano. Le vicende della Microsoft e lo sgambetto di Bill Gates, il contributo determinante lasciato al nuovo cinema con la Pixar, la malattia e il modo di affrontarla, il ritorno alla Apple, il suo carattere controverso e infine l’impotenza della “potenza” di fronte alla morte, lo hanno reso un grande leader, ma molto umano. Insomma uno di noi.

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“I pirati di Silicon Valley” Un film Martyn Burke con Noah Wyle, Anthony Michael Hall, Joey Slotnick – Titolo originale “Pirates of Silicon Valley”. USA, 1999

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