Il punto di vista del trainer
“se il mio compito vale A, voglio che tu me lo motivi” il valore di un feedback è tutto nella “motivazione” per cui lo si dà. Argomentare le scelte, le valutazioni e il giudizio è fondamentale per permettere al proprio discente (coachee, o collaboratore) di crescere. ed eventualmente rimediare all’errore.
Questa scena tratta dal film “Abbandonata dal destino” è un esempio lampante di come dovrebbe essere impostata una relazione insegnante-alunno, coach-coachee, manager-collaboratore.
David è un ottimo insegnante, si prende cura dei suoi alunni, preserva la loro autostima (di fatto mette tutti contro di lui, per non metterli contro Liz, la nuova arrivata), e ci tiene che sviluppino un punto di vista “multidimensionale”, “inclusivo”, anziché “monodimensionale”. Se questo è l’approccio giusto per un coach, non di meno è quello del discente (Liz) che non deve godere di un semplice giudizio, anche se buono, ma pretendere che questo venga motivato, affinché non si degeneri in mera “valutazione”.
Infatti, quando diciamo a qualcuno sei stato bravo, non stiamo dando un feedback, ma lo stiamo giudicando. È quando diciamo “sei stato bravo perché…”, specificando i motivi, che la valutazione si sta trasformando in un feedback.
Acquista il film
“Abbandonata dal destino” è un film televisivo del 2003 diretto da Peter Levin.
Acquista il libro
“Intelligenza Emotiva e Coaching” – Nuovi strumenti per migliorare i tuoi risultati (Steve Neale) – Acquistalo su Il Giardino dei Libri