La vita umana non sarà mai capita, se non si terrà conto delle sue aspirazioni più alte.
“Amore, tempo, e morte. […] desideriamo l’amore, vorremmo avere più tempo, e temiamo la morte”
Le nostre motivazioni naturali intrinseche sono il fondamento dei nostri valori, dei beni umani, di tutto ciò che è profondamente buono e desiderabile, da tutti gli esseri. Il diritto di raggiungere questi obiettivi è imprescindibile, e ci spinge ad apprendere, a lavorare, e a metterci in gioco. Perché si possa essere realmente umani, è necessario soddisfare questi bisogni.
In fondo, se esaminiamo nel corso di una tipica giornata i nostri desideri, noteremo facilmente che questi difficilmente sono dei “fini”, bensì dei “mezzi”: vogliamo guadagnare per comprare un’auto, vogliamo un’auto per far bella figura con i nostri vicini,perchè vogliamo sentirci apprezzati, perché questo ci fa sentire amati dagli altri e da noi stessi.
I nostri perché ci spingono verso l’amore, oppure ci allontanano dalla morte.
Per un coach, capire quali sono le leve motivazionali di ogni singolo è fondamentale: una volta chiarito cosa le persone vogliono davvero (“il grande perché […] siamo qui per un contatto”), dobbiamo anche capire come incanalare l’energia di quella persona verso l’obiettivo (“perché siete venuti qui? A parte il fatto che vi licenzierei se non veniste al lavoro”).
Conoscere il proprio team, ci permette di capire quali sono le leve motivazionali di ognuno (se sono più di tipo “idealista”, “remunerativo”, o di “soddisfazione personale”). Ciò che motiva te, non necessariamente motiva un’altra persona.
Ma non solo per un coach. In famiglia, nella vendita, in un’impresa, comprendere le “ragioni” dell’altro e la forza che le muove, è diventato essenziale.
Maslow nel 1982 propone un modello di crescita motivazionale (per molti ritenuto superato, ma evidentemente tornato di moda proprio a causa degli ultimi accadimenti) sul quale si basano attualmente tutte le teorie in merito: secondo l’autore, nel corso della vita si possono individuare sei fasi successive, andando dalla più elementare e basilare alla più complessa ed elevata:
- I bisogni fisiologici e fondamentali alla sopravvivenza;
- Il bisogno di sicurezza, che si manifesta quando diventiamo in grado di operare una distinzione tra sé e non sé, come ricerca di contatto e di protezione da parte dell’individuo;
- Il bisogno di amore e di appartenenza, come desiderio di ricevere e di dare amore, che nasce solo dopo avere soddisfatto i bisogni precedenti
- Il bisogno di riconoscimento, di avere, dalla relazione con il partner, il riconoscimento di ciò che si fa e del risultato raggiunto;
- Il bisogno di realizzazione di sé e della profonda comprensione di sé stesso.
- Infine il bisogno di trascendenza, di superare i propri limiti, di entrare a fare parte di un mondo superiore ed anche essere partecipe del divino.
Per concludere, ciò che spinge gli uomini a fare “quello che fanno” è un senso di profonda appartenenza. Siamo tutti collegati dalle tre leve, che sia in nostro un ambito lavorativo piuttosto che un altro, che sia in una relazione o da soli, che sia per noi o i nostri figli.
Comprendere ciò che ci spinge, significa comprendere il mondo. Ci fa amare e sentire amati. Ci fa rallentare il tempo. Allontana da noi la percezione della morte.
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