Scena sul ruolo: quando l’ufficialità non basta

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Ottenere risultati rilevanti e contribuire ad una crescita sana dell’azienda è questione di Leadership. Si ma quale tipo di leadership?

Quella di posizione, ovvero quando l’individuo rivestito di un ruolo utilizza la sua posizione per “comandare”, dirigere e manipolare le scelte del team, (anche se quest’ultimo non le approva del tutto)? Oppure una leadership di scelta, lasciando che siano gli altri a seguirlo perché influenzati da carisma e competenze?

Brandon: Non sono molto bravo a rimproverare, e poi non sono capitano quindi…

Coach Jack:  Se ti nomino capitano rimprovererai Charles ogni volta che sbaglia? 

Questione di ruolo, o di autostima? Nella scelta di attribuzione di un ruolo, il primo elemento da valutare è la capacità dell’individuo di dare il giusto valore a se stesso. Nel film “Tornare a vincere” Brandon ha un talento fuori dal comune, ma non riesce ad esprimerlo a causa di una bassa autostima.

L’errore che potrebbe commettere il coach  Jack Cunningham (Ben Affleck nella scena), sarebbe attribuirgli l’ufficialità di un ruolo, nella fattispecie capitano della squadra di basket, per valorizzare il suo talento.

Il talento deve essere valorizzato prima da se stessi, quando in consapevolezza ci auto-affermiamo per rivendicarlo. In quel caso la leadership prima di diventare “di posizione” (con l’ufficialità di un ruolo) transita per la “scelta”.  Scegliamo di guidare gli altri senza aspettarci nulla in cambio.

E’ palese che Brandon utilizza la mancanza del ruolo come alibi per nascondere le sue paure, e il coach riesce a smascherarlo e spronarlo a guardarsi dentro. Non è la “stellina da sceriffo” che gli farà venire fuori il coraggio di “rimproverare” un compagno fuori fase, così come non sarà il ruolo assegnato a farsi seguire da un team.

Mio malgrado accade spesso in moltissime aziende (per lo più strutturate), di assegnare ruoli in assenza di un’autostima bilanciata. Gli individui rivestiti della carica di leader, ma che non hanno un buon equilibrio interiore, tendono a manipolare gli altri, comandarli, peggiorando le performance di gruppo e creando una cultura centrata sull’accondiscendenza anziché sulla generazione di valore.

E tu?

Saresti un buon capitano per la tua squadra?

Cosa ti impedisce di diventarlo?

C’è un modo per mostrare il tuo valore e metterlo a servizio degli altri?

E soprattutto: te la sentiresti di essere il nuovo capitano?

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