Scena sul cibo e stile di vita: mangiare per morire

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Quattro amici, insoddisfatti della loro vita, decidono di concludere la loro esistenza in una villa alla periferia di Parigi utilizzando il cibo compulsivamente sino a morire.

Nella scena Michel è disteso sul letto colto da dolori lancinanti all’addome, ciò nonostante viene incoraggiato a mangiare da Philippe come se fosse “un piccolo indianino affamato di Bombay” e letteralmente imboccato da Ugo che arriva al suo letto con una montagna di “purea curativa” pronunciando la fatidica frase: “mangia piccolo Michel, mangia, mangia, perchè se tu non mangi, tu non puoi morire”.

In questo affresco allegorico a tinte forti dell’autodistruzione, il cibo diventa uno strumento di consumismo fine a se stesso. Non vi è alcuna traccia del suo ruolo nutritivo, men che meno di quello educativo e curativo.

Il cibo rappresenta una manifestazione degli eccessi come giusto premio per concludere un’esistenza fatta di rinunce emozionali e carnali.

E’ forse questo che ci spinge ad essere inconsapevoli rispetto a ciò che mangiamo?

Che cosa accade nell’organismo di una persona che in tutta la sua vita (80 anni) ingerisce più o meno 50 tonnellate di cibo spesso sbagliato?

Conosciamo tutti la risposta: sofferenza e malattia!

Ma consideriamo queste condizioni come una naturale manifestazione del tempo che passa. E’ normale ad una certa età avere la pressione alta, il colesterolo alto e anche qualche chiletto di troppo, tutto sommato, fa parte dell’idea condivisa che il tempo che passa inevitabilmente porterà dei problemi fisici e che tutto ciò non è sotto il nostro diretto controllo.

In poche parole,tutto, anche la nostra salute,dipende dal destino, è così che funziona, è così che ci hanno insegnato a pensare, è così che siamo stati programmati.

Svariati studi scientifici hanno dimostrato che la maggior parte delle malattie croniche attuali come quelle cardio e cerebrovascolari, i tumori, quelle metaboliche come il diabete, le malattie del sistema nervoso come il Parkinson e l’Alzheimer, le malattie immunitarie, le malattie dell’apparato digerente sono strettamente legate con l’alimentazione moderna, che non è in grado di fornire al corpo ciò di cui necessita, ma, al contrario, crea uno stato di infiammazione prima di tipo sistemica, poi di organo ed infine neurologica.

Nessuno ci informa che mangiare in eccesso e male è un modo per far diminuire la nostra sensibilità, riducendo la possibilità di sentire l’ambiente circostante, creando meno apertura verso gli altri.

Mangiamo troppo quando cerchiamo qualcosa che facciamo fatica a trovare nella vita: vi sono persone che inconsciamente mangiano più del necessario perché cercano di non sentirsi più vuote, sole, annoiate, spaventate.

Mangiare troppo serve a riempirsi, intontirsi, provare protezione e calore.

Un’alimentazione estrema determina, inoltre, un aumento di aggressività, materialismo, rabbia, paura, stanchezza, rigidità, scarsa concretezza, difficoltà di concentrazione, spreco, invecchiamento precoce, ridotta energia sessuale, insonnia.

La soppressione rapida dei sintomi crea un circolo vizioso in cui la persona non viene mai spinta ad eliminare alla radice il problema che lo affligge e che si ripresenterà puntualmente alla prima occasione in modo ancora più grave.

Perché non ci insegnano tutto questo?

Se le industrie alimentari tenessero alla nostra salute e se i governi le obbligassero a non commercializzare cibi dannosi, molti prodotti sparirebbero dagli scaffali dei supermercati.

“Quando la dieta è sbagliata la medicina non serve, quando la dieta è corretta la medicina non è necessaria”.

Quanta saggezza in questo proverbio ayurvedico e quanta speranza e forza in questo insegnamento ayurvedico:

“nessuno può aspettarsi forza vitale, di guarire da una malattia, di riuscire nella pratica meditativa senza la conoscenza adeguata dei potenti effetti che la dieta ha sulla salute fisica, sulla chiarezza mentale e sul progresso spirituale”.

Riflettiamo su questo concetto: il cibo può dare malattia e morte (lentamente giorno dopo giorno), ma può dare anche salute, forza e vitalità.

Diventiamo consapevoli, prendiamo in mano la nostra vita, facciamo le scelte giuste.

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