Protagonisti di questa scena, tratta dal film “I tre amigos!”, sono tre attori del cinema muto, Dusty, Lucky e Ned, che, appena licenziati dal produttore dopo l’insuccesso del loro ultimo film, per un gioco di equivoci finiscono in Messico, nel paesino di Santo Poco. A riabilitarli al ruolo di eroi degli oppressi è la giovane Carmen. Visto un loro film nella chiesetta del paese, la ragazza ne invoca l’aiuto per liberare lei e tutti gli abitanti del piccolo villaggio dal “famigerato” El Guapo.
I tre pensano di doversi esibire nei loro consueti numeri di repertorio ma trovano ad attenderli banditi veri e armi da fuoco … dopo un primo momento di esilarante smarrimento e di dichiarata disfatta, Lucky sembra avere un’ “idea all’improvviso” (Piovano, 2015).
Ma siamo sicuri che si tratti di un’ “illuminazione”? Qual è il processo che favorisce la nascita di idee felici e creative? E’ un processo prevalentemente individuale?
“Nella vita tutti noi abbiamo un El Guapo da affrontare, per alcuni la timidezza può essere il loro El Guapo, per altri la mancanza di istruzione può essere il loro El Guapo, per noi invece El Guapo è un uomo pericoloso che ci vuole ammazzare…”
El Guapo è prima di tutto metafora di problema, ostacolo o difficoltà. Di limite da superare.
“Noi vorremmo difenderci, ma come?”
Emergono le idee dominanti degli abitanti di Santo Poco, che si percepiscono incapaci di resistere all’assalto e di combattere per la libertà del loro villaggio.
“Potete usare le vostre qualità! Ora, cosa è che questa città fa veramente bene ?”
fa eco Ned. La sua domanda favorisce un modo differente di guardare le cose e sposta l’attenzione sulle risorse disponibili. Ebbene, gli abitanti di Santo Poco sanno cucire…
A questo punto Lucky, grazie all’assist di Ned e all’ascolto di nuove informazioni (nel villaggio sono esperti di cucito!), mostra la capacità di cogliere relazioni remote, di aprirsi a punti di vista alternativi e allentare il controllo rigido del pensiero razionale.
“Vi ricordate il nostro film Amigos Amigos Amigos e vi ricordate quello che facemmo in quel film… dobbiamo farcela”
Lucky trasferisce idee e concetti da un settore ad un altro utilizzando una strategia di successo della finzione filmica. Non ha inventato nulla eppure ha prodotto una soluzione creativa al problema El Guapo.
Basta ripercorrere i punti salienti di questi dialoghi per riconoscere i quattro fattori critici associati da De Bono al pensiero laterale:
- Individuare le idee dominanti che polarizzano la percezione del problema: non possiamo farcela da soli a sconfiggere El Guapo. Non siamo dei combattenti;
- Cercare modi differenti di guardare le cose: gli abitanti di Santo Poco sono degli esperti a cucire e a confezionare abiti;
- Allentare il controllo rigido del pensiero lineare: il pensiero di Lucky sembra procedere per salti logici e non sottostare alle logiche di causa-effetto;
- Usare ogni chance per incoraggiare nuove idee: cucire, costumi scenici, film Amigos sono possibilità per replicare in un contesto diverso la pellicola di un film muto.
Sottostà a tale processo la giusta motivazione alla ricerca di alternative. Per gli Amigos questa rappresenta una possibilità di riscatto e di successo. Per il villaggio una possibilità di sopravvivenza.
“La gran parte delle soluzioni ai problemi esiste già da qualche parte, in realtà parallele a quelle in cui operiamo e nella quale ci troviamo di fronte a una difficoltà apparentemente insormontabile. Basterebbe imparare a comunicare: chi infatti, per esempio, avendo un problema nel settore della distribuzione di beni di largo consumo andrebbe a cercare la soluzione nel settore spaziale? E’ un po’ come partire dalla soluzione, ovvero chiedersi è già stato inventato qualcosa che può essere utile a noi?” (R. Pozza, Creatività in Azienda, 2009)
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“I tre amigos!” (¡Three Amigos!) è un film del 1986 diretto da John Landis, con Lorne Michaels, Steve Martin e Randy Newman.
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