L’importanza della meditazione per un leader “mindfulness”

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Nel mondo aziendale la parola “meditazione” costituisce ancora un tabù. Pochi manager illuminati comprendono realmente quanto, una mente lucida e presente a se stessa, possa influenzare anche i risultati economici. Infatti, non solo nella vita privata, ma anche sul posto di lavoro diventa sempre più comune e anche importante, date le evidenze scientifiche, ricorrere alla meditazione quale strumento di conoscenza di sé, per armonizzare il proprio equilibrio psico-fisico e migliorare dunque anche le performance.

Daniel Goleman, psicologo, scrittore e giornalista statunitense, sostiene che le competenze “così cruciali per la leadership dipendono dal regolare funzionamento del circuito limbico prefrontale” e che “l’arte della leadership” consiste proprio nel promuovere la “interazione fra intelletto ed emozioni”. Pertanto diventa chiaro quanto sia importante che un leader conosca questi meccanismi e sappia gestirli al meglio.

Dunque una buona leadership si basa sull’esercitazione e l’applicazione costante della consapevolezza. A tal proposito scrive lo stesso Goleman nel libro “Essere leader”:

La consapevolezza di sé – spesso sottovalutata nello scenario aziendale – è dunque alla base di tutto: se non riconosciamo le nostre emozioni, riusciremo difficilmente a gestirle, e ancor meno sapremo comprendere quelle altrui. […] Anziché consentire alla rabbia di esplodere in un accesso d’ira, essi [i leader consapevoli] la individuano e riescono sia a capirne le cause, sia a escogitare una via d’uscita costruttiva alla situazione. I leader che mancano di questa consapevolezza emozionale di sé, al contrario, perdono il controllo, ma non capiscono perché si trovano in balia delle proprie emozioni”.

È cosa risaputa che Steve Jobs ha praticato per anni meditazione, proprio allo scopo di permettere un dialogo continuo tra la parte razionale e quella emotiva del cervello. Così ne descrisse gli effetti allo scrittore Walter Isaacson che curò la sua biografia:

Se ti siedi e semplicemente osservi te stesso, vedrai quanto è inquieta la tua mente. Quando proverai a tranquillizzarla, la situazione diverrà ancora peggiore. Se dopo un certo tempo ci riuscirai, appariranno davanti a te le cose più belle. La tua intuizione sarà più acuta, la tua visione sarà più chiara ed allo stesso tempo sarai consapevole di te stesso nel tempo, qui e adesso. I tuoi pensieri diverranno più lenti, la tua coscienza si amplierà e vedrai molto più in là rispetto a come vedevi prima”.

Anche Jobs parla di “consapevolezza”. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Una tra le tante forme di meditazione che si sta diffondendo molto negli ultimi anni è la “Mindfulness”.  È uno “stato di consapevolezza” orientato al momento presente e mai giudicante: aiuta a gestire stress, ansia, depressione, dolori cronici, mal di testa, pensieri continui, nonché ad aumentare l’empatia e la qualità della vita.

Jon Kabat Zinn, biologo, scrittore ed insegnante di Mindfulness, dice : “Sono tante le ragioni per le quali ci stiamo rivolgendo verso la consapevolezza, non ultima forse l’intenzione di conservare la nostra salute mentale o di recuperare il senso delle proporzioni e o il significato delle cose, o anche solo di tenere testa al tremendo stress e alla grande insicurezza del nostro tempo …in effetti limitarsi a sedere e a stare tranquilli per un po’ di tempo per proprio conto è un atto radicale di amore.”

Gli psicologi clinici J. Teasdale e Z. Segal, rispettivamente dell’Università di Cambridge e di Toronto, in uno studio del 2000, hanno sottoposto pazienti che avevano alle spalle almeno tre episodi pregressi di depressione a sei mesi di “Mindfulness” associata a terapia cognitiva. Hanno osservato una riduzione del 40% del rischio di ricadute nell’anno successivo, rispetto al gruppo di controllo, giungendo alla conclusione che la meditazione possa fornire, quindi, una sorta di protezione dall’insorgenza di nuovi episodi depressivi.

La cosa ancora più interessante è che la “Mindfulness” sembra essere studiata appositamente per i ritmi troppo veloci di oggi. Sono sempre più le aziende che investono per organizzare, al loro interno, corsi  per rendere leader e  dipendenti, in grado di reggere e gestire al meglio lo stress. Per la sua relativa semplicità di applicazione, infatti, si può svolgere durante la giornata, ritagliandosi uno spazio tra un’azione e l’altra.

Jon Kabat Zinn spiega che l’importante è che ci sia una focalizzazione al momento presente e non deve essere presente alcun giudizio. Concentrarsi precisamente su quell’attimo, senza pensare al successivo e alle mille altre cose da fare, da dire, da immaginare.

“Io ci sto provando” afferma Liz esausta nella scena del film ” Mangia prega ama”

“Ecco, è questo il problema… smettila di provarci, arrenditi! Và fuori in giardino e siediti li… e ferma la tua mente, poi vedi che succede! Perché non lasci che succeda e basta?” replica Richard.

Non puoi fermare le onde”, dice Zinn, “ma puoi imparare a padroneggiare il surf”. Non è possibile fermare il fiume di pensieri che attraversa la nostra mente ma, con questo tipo di approccio, è possibile imparare a “navigarci”, dando loro la giusta importanza.

Per poter affrontare scenari sempre più competitivi, il manager moderno ha bisogno di una lucidità mentale senza precedenti, ma anche di autodisciplina e autocontrollo. Allo stesso tempo deve essere capace di creare un clima di serenità nella “tormenta” e fare in modo che i propri collaboratori riescano a gestire i più svariati problemi. In una sola espressione, i nuovi manager devono costruire e mantenere un nuovo equilibrio e questo è possibile solo partendo dai propri pensieri.

 

“Se ci tieni tanto a controllare la tua vita, lavora sulla mente… è l’unica cosa che devi controllare. Se non riesci a dominare i tuoi pensieri sei nei guai per sempre”.

Questo è ciò che Richard suggerisce a Liz, ma è come se il consiglio fosse rivolto a tutti noi. Forse è arrivato il tempo di dare la giusta attenzione alla meditazione anche negli ambienti aziendali. Provare per credere.

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L'importanza della meditazione per un leader "mindfulness"“Mangia prega ama” (Eat Pray Love) è un film del 2010 diretto da Ryan Murphy, basato sul libro autobiografico di Elizabeth Gilbert “Mangia, prega, ama – Una donna cerca la felicità (Rizzoli). Protagonista del film, nel ruolo di Elizabeth Gilbert, è Julia Roberts, affiancata da Javier Bardem, James Franco, Billy Crudup e Richard Jenkins.

 

 

 

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2 commenti

  • mzamberlan 7 anni fa

    Ciao, cliccando su “Download video” si scarica il video di Ragazze vincenti e non di Mangia, prega, ama.

    Rispondi
  • cinema2010 7 anni fa

    Ciao, abbiamo appena sostituito il video con quello corretto. Ti ringraziamo per la segnalazione!

    Rispondi

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