Questo è il luogo dal quale ti scrivo. Ogni mattina lo raggiungo passando da una sorgente, dove mi fermo a riempire una bottiglia. Il vetro si appanna a causa del contrasto tra il freddo dell’acqua e il caldo dell’esterno.
Sono molto fortunato, lo so, a poter lavorare in montagna a totale contatto con la natura.
Quando sono qui “funziono” meglio. Sono più efficace, più creativo e soprattutto rilassato. Anche “lavorare” è una parola grossa. Posso dire che fin ora la mia vita è stata una continua ricerca per sforzarmi la metà del tempo e guadagnare il doppio facendo ciò che mi appassiona. Credo sia stata una reazione alla maniera in cui sono cresciuto: “prima il dovere e poi il piacere”. Purtroppo a casa mia il piacere non arrivava mai, c’era sempre qualche lavoro da fare e soldi da risparmiare.
Quanto ho “odiato” questa parola! Lavorare è sempre stato sinonimo di “sacrifici” e “fatica”.
Oggi devo ringraziare mio padre, che stimolando questa repulsione ha fatto nascere in me l’eterna domanda, alla quale continuo a rispondere tutti i santissimi giorni:
Come faccio a divertirmi, guadagnare ed investire per il futuro senza che ciò costituisca fatica e sacrifici?
Le risposte che continuo a darmi sono parte dell’intricato disegno della mia vita. C’è “Il Cinema Insegna”, ma non solo. Partecipazioni societarie, aziende, investimenti e formazione fanno parte dei miei interessi. Tutti in linea con le mie passioni.
“Prima il piacere e poi un piacere ancora più grande, papà”. Questo è diventato il mio motto oggi. Sì, perché quando fai quello che ti piace non lo chiami “dovere”. La disciplina necessaria a realizzare i risultati non è gravosa, è adrenalinica.
Credo che sia il sogno di molti, “guadagnarsi da vivere facendo ciò che si ama”, ma purtroppo c’è chi ha chiuso questo sogno nel cassetto e ha gettato via le chiavi, credendolo impossibile. Alcuni di loro, quando si guardano allo specchio, non si piacciono perché ciò che vedono non è quello che sognavano.
Forse ti è utile sapere cosa mi ha permesso di raggiungere quest’equilibrio. La risposta è “l’immaginazione”. Io ho sempre immaginato come avrei voluto vedermi a 40 anni. Ho controllato le immagini mentali, che inevitabilmente il nostro cervello produce, e le ho pilotate, per costruire mentalmente quello che oggi ho. Grazie a Dio, quando mi guardo allo specchio vedo ciò che ho sempre voluto.
“L’immaginazione è un dono di Dio per aiutarci a rendere questo auto-esame sopportabile” è una frase tratta dal film “Sei gradi di separazione”. Will Smith in uno dei suoi monologhi racconta, molto meglio di me, cosa sia l’immaginazione e come influisce sulla manifestazione materiale dei nostri risultati.
Stare in mezzo alla natura a parlarvi di film che fanno crescere è un’immagine che solo qualche anno fa viveva nella mia testa. Ora invece è fuori, intorno a me. E’ la mia realtà. Così, mentre scrivo, sono in assoluta astinenza da suoni artificiali e non posso fare a meno di pensare quanto sia bella la natura.
Lo spot di una famosa compagnia telefonica recita: “Immagina, puoi!” Mai come questa volta devo ammettere che il marketing ha ragione. Tutto quello che riesci ad immaginare puoi realizzarlo… devi solo avere fiducia in te stesso e seguire il tuo cuore.
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(The Truman Show)
Virginio
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un bellissimo articolo grazie .
Rispondidavvero voglio sforzarmi per fare quello che mi piace . anche se suona come un paradosso.
Vito
Ciao Virginio,
Rispondinon ci crederai, ma dopo 10 minuti che ho letto il tuo post, si è svegliato mio figlio (tre anni) e salutandolo per andare al lavoro mi ha detto: Papà, lavora poco e porta a casa tanti soldini!!!!
… Ma ha parlato con te???
..ti giuro io non gli ho parlato !
Rispondima invece credo sia un forte segnale per te, chi sa cosa vuol dire quest’episodio. Forse devi davvero trovare il modo di lavorare di meno e guadagnare di più!!
Grazie Enrico
un abbraccio
Virginio