Il punto di vista del trainer
“Se le parole non son giuste, nulla può essere giusto…per trasmettere la felicità bisogna essere felici e per trasmettere il dolore essere felici…non abbiate paura di sentire„
Come possiamo realmente raggiungere l’altro? E come conviene “muoversi in aula” e affrontare con consapevolezza e sincero interesse il proprio uditorio?
“La formazione può essere considerata come un processo dinamico, discontinuo e non lineare…è la squisita arte di condividere le conoscenze ai fini della convergenza di obiettivi tra formatore e discente.” (Persuasione e seduzione nella clinica, nella formazione e nella vita privata, E.Giusti; A. Cinti Luciani; D.Menza, L.Rinaldi; 2009 Sovera Edizioni).
Non è sicuramente sufficiente la mera conoscenza di nozioni e contenuti per sapere insegnare, l’insegnamento si trasforma in arte nella misura in cui ci dimostriamo capaci di guidare i discenti secondo il loro personale sviluppo, implementando al massimo la loro soggettività e la loro creatività e soprattutto quando li rendiamo parte attiva del loro processo di accrescimento.
Il formatore deve mettersi in gioco e utilizzare a pieno il pathos aristotelico per porre l’ascoltatore in una specifica condizione e sviluppare la sua ricettività attraverso l’emotività.
Possiamo iniziare ad utilizzare a pieno
Parole,
corpo,
voce
utilizzando due “grandi maestri del cinema”
Comunichiamo in parallelo con
elementi verbali (parole): “se le parole non son giuste, nulla può essere giusto…per trasmettere la felicità bisogna essere felici e per trasmettere il dolore essere felici…non abbiate paura di sentire”, il Prof. Attilio De Giovanni (Roberto Benigni), docente di poesia in una università per stranieri di Roma (La tigre e la neve, R. Benigni, 2005) esplicita quanto è necessario nella comunicazione far sentire all’altro l’emozione che abbiamo provato attraverso la cura e la scelta delle parole “giuste”,
elementi non verbali (corpo): “sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo guardare le cose da angolazioni diverse e il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a vedere voi stessi. Coraggio! E’ proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva”. Il Prof. John Keating (Robin Williams, L’attimo fuggente, 1989) utilizza il proprio corpo per catturare attenzione dei suoi allievi, sale letteralmente in cattedra e sfida le regole canoniche.
Contemporaneamente invita l’uditorio a sperimentare sfruttando la tecnica dell’interattività dell’insegnamento.
elementi paraverbali (tono della voce): Attilio De Giovanni (R. Benigni) fa un monologo sulla poesia e la voce diventa lo strumento comunicativo con cui afferra il suo uditorio e osa alza il tono e improvvisamente lo abbassa, usa la forma interlocutoria e subito dopo esclamativa.
Gli allievi si muovono al suo ritmo: “La poesia non è fuori, è dentro! Scrivete sul mare, sul vento, su un termosifone, su un tram in ritardo…non esiste una cosa più poetica di un’altra…innamoratevi altrimenti è tutto morto…e se il verso non vi viene da questa posizione? Buttatevi pure a terra, è da distesi che si vede il cielo”.
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“Persuasione e seduzione nella clinica, nella formazione e nella vita privata” di E.Giusti, A. Cinti Luciani, D.Menza, L.Rinaldi – Sovera Edizioni, 2009 – Acquistalo su ilgiardinodeilibri.it