Il punto di vista del trainer
Una scena utile come esempio di “ascolto”, ma anche di “sensibilità” e “responsabilità”.
La dottoressa è sinceramente interessata ai problemi di Irene, e per questo ascolta e domanda senza mai giudicare l’accaduto.
Irene è una donna ricca in preda ai sensi di colpa. Vuole allontanarsi dal cinismo spregiudicato e in un momento particolarmente delicato, regala tutto ciò che ha, compresi i vestiti.
Per questo viene condotta in ospedale, dove trova nella Dottoressa una donna comprensiva e sensibile.
Ad un certo punto Irene è attratta da una pianta e la Dottoressa coglie l’occasione per sfruttare quell’analogia casuale con il dolore che la donna sta attraversando.
“Una mia amica la stava buttando via, non sa come era ridotta. Da quando sta con me la signorina si è ripresa”.
(una allusione allo stato di Irene e alla voglia di prendersi cura di lei)
Possiamo osservare la delicatezza con cui la dottoressa ascolta anche la comunicazione non verbale di Irene:
Cosa la fa sorridere?
Voleva dirmi qualcosa?
facilitando in tal modo l’espressione del dolore e l’esternazione dei pensieri. Nasce tra i due attori una sintonia quasi istantanea, grazie soprattutto alla sensibilità e al rispetto che entrambe si portano.
Questo substrato di comprensione darà luogo al referto, professionale, dolce e soprattutto umano nei confronti di una donna che ha sofferto emotivamente per ritrovare se stessa.
Un trionfo della consapevolezza e della scelta autonoma che hanno potuto vincere grazie all’ascolto di un professionista.
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