Siamo all’inizio di quest’anno, solitamente pensiamo ancora ai buoni propositi e ai nostri progetti. Per questo vale la pena ricordarlo: il tempo è denaro!
Tanto che ci hanno fatto “In time”, un film in odor di metafora.
Ho tagliato l’incipit, il momento in cui il protagonista dà la chiave di lettura per tutto il racconto:
“Il tempo è la valuta in corso, lo guadagniamo e lo spendiamo. I ricchi possono vivere per sempre, invece noi… voglio solo svegliarmi senza che il tempo mi sfugga dalle mani”
Qui invece del denaro esiste il tempo come merce di scambio. Una tazza di caffè costa 5 minuti, prendere l’autobus mezz’ora e pernottare in hotel una settimana. Tutto ti viene scalato dalla “vita” che diventa sempre più corta a mano a mano che spendi.
Certo puoi anche guadagnarlo e fare in modo che il tuo orologio non si azzeri (significherebbe morire), e quindi scambi le tue giornate per lavorare e avere altro tempo per respirare.
Questo è il paradosso che ricorre nel “ghetto” (così viene chiamato). Come per il mito di Sisifo, condannato a trasportare un enorme sasso sulla cima della montagna per poi farlo rotolare giù e ricominciare daccapo, allo stesso modo gli abitanti sono ostaggi delle lancette che corrono.
Un esempio ideale per aprire gli occhi. Il “ghetto” siamo noi, il mondo in cui viviamo. Ma non è così dappertutto o per chiunque. Ci sono due modi per descrivere il tempo: “Chronos” è il termine greco con cui teniamo traccia della sequenza, ovvero di secondi, minuti e ore che passano. Invece poi ci sono intere culture che vivono partendo dal concetto di “Kairos”, ovvero “tempo appropriato” o “tempo di qualità”.
Del resto anche noi, quando chiediamo a qualcuno come ha passato la serata non gli stiamo chiedendo “quante” ore ha trascorso, piuttosto “come” le ha trascorse. Bene? Male?
Ho il sospetto che il “Chronos” abbia preso il sopravvento. Molti tra noi lavorano per avere denaro e scambiarlo con altri giorni di vita (magari comprando oggetti che non influiscono sul “Kairos”).
Spesso facciamo lavori che non ci piacciono.
Occupiamo il tempo in attività improduttive che non ci permettono di progredire, ma continuiamo a camminare su di un “eterno tapis roulant” senza accorgerci di averlo imboccato dalla parte sbagliata.
Facciamo finta di niente e continuiamo l’affanno per guadagnare e mantenere lo “status quo”.
“I ricchi possono vivere per sempre“, dice Will nella scena. Per noi vale lo stesso. I ricchi, quelli che hanno tempo, quelli che non sono costretti a lavorare per accumulare respiri, ma che usano i loro respiri per fare un lavoro che gli piace, quelli vivono per sempre.
Si dedicano alle loro passioni, alle loro famiglie, ai loro investimenti e continuano ad accumulare “bonus”.
“La vera ricchezza non si misura in denaro, ma in tempo libero per se stessi” dice Robert Kiyosaky.
L’uso del tempo può fare una grande differenza. Alla lunga, guardando i nostri risultati, è possibile capire come lo abbiamo trascorso.
Abbiamo “speso” le nostre ore, oppure le abbiamo “investite”?
Abbiamo ceduto alle urgenze (Chronos), oppure abbiamo trovato spazio anche per il nostro cuore e i nostri investimenti (Kairos)?
In ogni caso è un buon momento per farlo. E’ sempre un buon momento, persino se ti restasse un solo giorno di vita. Anzi, dilatando e comprimendo il tempo, spesso scopriamo cose di noi sbalorditive. Più avanti nel film, uno dei “ricchi” chiede a Will: “Se tu avessi tutto il mio tempo (cento anni), cosa faresti?“ e lui risponde “Di certo non lo sprecherei“.
Se tu avessi solo 1 anno di tempo, come cambierebbero le tue priorità? Cosa faresti oggi stesso?
Se tu invece ne avessi 200 di anni, cosa faresti di diverso? Quale passione coltiveresti?
La questione è che, oltre l’immaginazione, queste cose puoi iniziare a farle subito, oggi stesso. Avresti comunque tutto il tempo necessario per avere successo.
Ma siamo bloccati dalle paure, dalle urgenze e a volte anche dalla poca “formazione” o dalle informazioni sbagliate. Non sappiamo bene come moltiplicare il nostro tempo.
Investire vuol dire soprattutto farlo in “conoscenza”, leggendo, formandosi, imparando una nuova lingua. Per fortuna oggi è possibile con molto poco, mi vengono in mente le migliaia di risorse gratuite che troviamo sul web, piuttosto che l’accesso a milioni di libri che sono dei veri e propri tesori. Ah, cosa sarei io senza i miei libri!
Questo è uno dei modi per far valere di più se stessi. Credo che imparare qualcosa di nuovo sia un moltiplicatore di valore, così come trascorrere tempo di qualità con la propri famiglia, magari spegnendo la TV o entrando in modalità offline.
Ti ho suggerito nel riquadro de “il libro consigliato” uno di quelli che per me ha fatto la differenza: “First Things First – Le prime cose al primo posto”.
In un mondo che corre veloce, è veramente essenziale riconoscere gli aspetti della nostra vita che meritano la nostra attenzione. Spesso il motivo per cui continuiamo a fare ciò che facciamo, mentre le giornate scorrono via senza “Kairos”, è perchè i nostri obiettivi sono poco chiari, o perché abbiamo provato a raggiungerli seguendo troppe priorità.
Come dice Stephen Covey, “Quando hai troppe priorità, di fatto non ne hai neppure una”.
Quindi ancora una volta, auguri affinchè tu possa individuare le “poche cose essenziali” che contano nella tua vita, quelle che non vorrai rimpiangere e alle quali inizierai a dare un’attenzione migliore, di qualità, da subito.
Se pensi che il tempo speso a leggere questo post sia “Kairos”, allora condividilo 😉
Te ne sono grato.
Condividi
P.S.: tutte le scene per motivare te stesso e gli altri le trovi nella nostra membership, qui trovi le nostre promozioni:
Virginio
Acquista il film

Acquista il libro
“First Things First – Le prime cose al primo posto“ di Stephen R. Covey, A. Roger Merrill, Rebecca R. Merrill – Acquistalo su macrolibrarsi.it
Grazie per questo post ci voleva ad inizio anno. Non che non sia già proiettata verso le mie priorità, ma conviene sempre ricordarsele.
RispondiVivo nel trambusto di una società moderna, tra contatti fugaci e continui imprevisti, quindi se non mi attacco alle cose a cui tengo è dura per me andare avanti.
Buon anno, vi seguo sempre con molto piacere
Ciao Eleonora,
grazie per la tua fedeltà …:-)))
Oggi è veramente cruciale fare le cose essenziali, e in alcuni casi “fare meno equivale a fare meglio” . Non so se è possibile per te, ma solitamente si comincia tagliando una serie di attività improduttive. Richiede sforzo e sacrificio come ogni cambiamento, ma quando cominci a vedere i risultati la motivazione ti conquista lasciando spazio ad altra energia.
RispondiQuindi , spesso si tratta di cominciare …Buon inizio ..buon 2013
Quando compiamo gli anni si è soliti dire “oggi ho un anno in più”, e se ci si riferisce agli anni di vita trascorsi si ha ragione … ma nessuno si sofferma mai a pensare che in realtà bisognerebbe dire anche “oggi ho un anno in meno”, un anno in meno che mi resta da vivere rispetto alla quantità di anni che mi è stata concessa di vivire.
Può suonare triste e fatalistico, meglio non pensarci dicono molti, ma credo sia meglio guardare in faccia alla realtà e dirsi le cose come stanno, inutile e controproducente sarebbe nascordersi da questa verità e non prendere le opportune misure.
Grazie Virginio per le tue riflessioni, sempre spunto di crescita.
RispondiGrazie a te Roberto,
Rispondimi hai fatto venire in mente una conversazione che mi colpì molto.
Durante una riunione un collega portò con se una rollina metrica e a turno chiedeva di posizionare il dito sulla nostra età. Insomma, all’epoca avevo 30 anni e quindi posizionai il dito a 30 cm, ma rimasi scosso quando il collega mi invitò a posizionare il dito dell’altra mano sulla mia aspettativa di vita.
Mi disse : “guarda quanto ti resta da vivere e datti una mossa”. Contenere tutto il mio tempo a disposizione in meno di 1 metro mi fece un certo effetto. E’ proprio come dici tu , può sembrare “triste” , ma aiuta ad avere la giusta prospettiva .
Grazie 🙂