Nel film “Prossima fermata: paradiso”, Daniel si ritrova al cospetto di un tribunale divino. Dopo essere morto a causa di un incidente, è necessario decidere se rispedirlo sulla terra per continuare ad imparare, oppure lasciarlo progredire. L’unico capo d’accusa è “quanta paura ha provato nella vita”.
Pensa a quella volta in cui neppure ci hai provato.
A tutte le volte in cui ti sei detto “è troppo tardi”, “è troppo presto”, o “non fa per me”.
Non si è mai trattato di ciò che pensi, ma di paura.
In particolare, la ricchezza e la povertà non hanno nulla a che vedere con i soldi. Sono piuttosto lo specchio della propria sicurezza. Daniel si aspettava di valere 70 mila dollari, fantasticava, sognava e li pretendeva.
Con la moglie ostentava una sicurezza che svaniva fuori dalle mura di casa e alla fine accettò 49 mila, al di sotto delle sue aspettative, e al di sotto di ciò per cui si era preparato.
Solo dopo essersi reso conto di aver sferrato un duro colpo alla sua autostima, cerca di giustificare razionalmente quello che è accaduto “emotivamente”:
“La sua cravatta odorava di 49 mila dollari”, “…e comunque vivevamo bene con il mio stipendio, era più che sufficiente”.
Un giorno verrà dimostrato che ognuno di noi possiede un termostato interno, una specie di meccanismo omeostatico, che riporta il proprio reddito esattamente al livello che può sopportare.
Una volta superata questa linea, con l’ardente desiderio di guadagnare di più, vieni immediatamente ricondotto al tuo livello massimo: sabotaggi inconsci, grilli parlanti, eventi solo all’apparenza casuali sembrano scatenarsi contro la tua ambizione di crescita.
Questo “nodo” si è creato a seguito di esperienze passate, dell’educazione ricevuta sulla ricchezza. Ecco solo alcune delle programmazioni ricevute:
- “Con i soldi non si gioca”; “I soldi servono per le cose serie”; “Non ci sono soldi” (Burattinai inconsapevoli: Genitori)
- Tutti i litigi avvenuti in casa a causa dei pochi soldi disponibili (Burattinai inconsapevoli: Famiglia)
- “È più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel Regno dei Cieli” (Burattinaio: Chiesa)
- “Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli!” (Burattinaio: Chiesa)
- “San Francesco d’Assisi che si spoglia della sua ricchezza per darla ai poveri” (Burattinaio: Chiesa)
- L’accezione negativa data a “Paperon de’ Paperoni”, lo zio ricco di Paperino (Burattinaio: Media)
- Robin Hood che “ruba ai ricchi per dare ai poveri” (Burattinaio: Media)
- L’accezione negativa attribuita a tutti i personaggi da sconfiggere nei film: i cattivi da cui prendere le distanze sono sempre dannatamente ricchi (Burattinaio: Media)
Dopo aver attraversato anni di convincimenti simili, alcuni profondamente instillati nelle nostre memorie inconsce, si crea una sorta di “tetto” oltre il quale è difficilissimo andare. Progetti rinviati, risposte istintive come quella di Daniel, incapacità di prendere decisioni o di fare scelte importanti per se stessi. Persino quando sembra che la fortuna ti stia baciando, accade qualcosa di inspiegabile che ti riporta al punto di partenza. Ma ci sono delle eccezioni? C’è qualcuno che, nonostante abbia subito lo stesso percorso tortuoso, è riuscito a sciogliere i nodi fino al punto di non avere più un tetto al suo guadagno?
Prendiamo ad esempio il mondo del Cinema:
- Sapevi che Al Pacino è nato povero, è stato costretto a prostituirsi (si hai capito bene!) per tirare avanti, fino a quando ha cominciato a recitare?
- Sapevi che Sylvester Stallone è sempre vissuto in condizioni precarie? Gli vengono offerti 25.000 dollari in cambio del copione di Rocky, ma lui li rifiuta volendo a tutti i costi essere il protagonista del film. Il resto è storia.
- Sapevi che Woody Allen, di origini ebree, è nato da genitori modesti emigrati in America per superare la carestia?
Potremmo portare centinaia di esempi, in qualsiasi campo delle eccellenze umane, di individui che hanno sfondato il tetto della ricchezza pur avendo vissuto in prima persona il condizionamento dei genitori, della chiesa e dei media. Nonostante la situazione precaria che hanno vissuto, hanno sciolto i nodi e hanno continuato a fare soldi, magari convivendo con una parte di paura.
Allora, qual è stato il loro segreto?
La passione per il loro lavoro. Hanno scelto di fare quello che gli piaceva di più, quello in cui mostravano più talento. Per loro non c’era alternativa, e non importava se all’inizio i compensi erano solo un miraggio, l’importante era fare quello che avrebbero fatto anche gratis.
La passione bypassa “il regolatore inconscio di ricchezza”. E’ vero, non si tratta di “soldi”, si tratta di “paura”, e questa si sconfigge con la passione. Fai quello che ami fare, fallo anche gratis e persisti. I soldi ti inseguiranno.
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Virginio
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Articolo straordinario, mi è piaciuto moltissimo 🙂
Rispondiwow….Grazie Danilo!!!
RispondiCiao Virginio! 🙂
Questo era un articolo da pubblicare su Ricchezza Vera! 🙂
Comunque volevo solo dirti che – così come ho scritto nel mio Special Report “Le 8 Energie per Sbloccare il Denaro” – il limite per il Termostato Finanziario è il reddito dei nostri genitori.
Quando uno dei 2 genitori dimostra amore al figlio facendogli dei regali, in alcuni casi il bimbo può creare dentro di se un programma “REGALI=AMORE”, quindi, da adulto, per far si che possa ricevere ancora regali (=amore) dai genitori, fa in modo di non superare mai il loro reddito.
E’ solo uno dei tanti meccanismi psicologici che descrivo nello Special Report… ma l’hai letto?? 🙂
1abbraccio
RispondiJosè
…certo che l’ho letto!!! Josè il tuo special report è fantastico.Dove possono trovarlo i nostri amici ? lo…dovrebbero leggere tutti …
RispondiEcco, lo trovi qui:
Rispondihttp://energeticlub.com/
Grazie Virginio! 🙂
Ci vediamo presto 😉
1abbraccio
Josè
Analisi Illuminante, come sempre Grazie Virginio, per quello che fai per gli altri e per la passione con cui lo fai. A presto.
Rispondi..ma grazie a te Alessandra !!!! e a tutti gli amici che ci seguono . Un abbraccio
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