In ogni contesto umano, da quello sociale a quello aziendale, la sfida più grande da affrontare è questa idea malsana secondo la quale la “scarsità” governa il mondo.
Quando vedi le cose con gli occhiali della scarsità, a cascata i tuoi comportamenti cercano di difendere i tuoi interessi.
Politici che rubano
Dirigenti che abusano del potere per “prendere” più del dovuto
Persone normali che si avvantaggiano sul collega, sul cliente, sul vicino, tanto si credono più furbi e intelligenti
Questo è il diretto risultato dell’idea di scarsità attaccata alla cultura italiana. Ad esempio, faccio sempre molta fatica a far comprendere che “Più dai, più hai” non è solo il titolo di un libro, ma la finalità di una serie di esperimenti che hanno dimostrato come la generosità, l’altruismo e l’abbondanza siano alla base della prosperità individuale e collettiva.
Quando in aula racconto questa storia, mi sconforta sentire i commenti di chi pensa che in Italia non funzionerebbe.
Un uomo che vende ciambelle all’angolo di una strada newyorkese lascia che siano i clienti a prendersi il resto direttamente da un contenitore, mentre lui si preoccupa di servire gli altri clienti in fila. In questo modo accelera le vendite, a vantaggio di tutti. A conti fatti, ciò che perde a causa di qualche furbetto, lo guadagna moltiplicato per 10.
- Lui vende più ciambelle
- Il servizio è più veloce
- I clienti risparmiano tempo per godersi in santa pace la pausa
Questi sono i conti della fiducia. In America il saldo porta il segno +; mentre in Italia? Funzionerebbe?
Io che sono un inguaribile ottimista (altri direbbero “fesso”), continuo a dare fiducia e opportunità a tutti quelli che mi capitano a tiro. Nel 2015, tutto sommato, il segno è ancora positivo. Quindi ti assicuro che, anche in Italia, può funzionare.
Ma è dura sfondare il muro della diffidenza. Mi chiedo quanto benessere in più ci sarebbe per tutti se:
- Si firmassero meno carte a favore della velocità
- Si facesse più di quello che gli altri si aspettano
- Si desse qualcosa in più di quello che prendi
- Fornissi gratuitamente il maggior valore possibile
Intanto, oltre che con la nostra membership (qui), ci provo con le nuove generazioni e canto a squarciagola, con mia figlia di 3 anni, questa meravigliosa canzone che fa da colonna sonora al film di animazione “Giuseppe il re dei sogni”.
Forse mia figlia un giorno seguirà il consiglio.
Ad una voce se ne aggiungono altre cento,
in ogni verso ci sono armonie che vanno in cielo come il vento,
ricca è la terra di chi l’avrà amata,
sempre più in alto va l’inno che glorifica la vita.
Impara a dare più di quello che prendi
e lascia sempre più di quello che c’era.
Non temere quello che intraprendi, ma una cosa è vera:
sei la pedina di un progetto, e lo sai,
ma devi dare tutto quello che puoi.
Risplenderai nel cielo se non ti arrendi,
impara a dare più di quello che prendi.
Il tempo passa, ora il ragazzo è cresciuto,
il suo destino è al servizio di un bene grande ed assoluto,
lunga è la strada su cui camminerà,
sempre più intenso è il messaggio che al mondo porterà.
Impara a dare più di quello che prendi
e lascia sempre più di quello che c’era.
Non temere quello che intraprendi, ma una cosa è vera:
sei la pedina di un progetto, e lo sai,
ma devi dare tutto quello che puoi.
Risplenderai nel cielo se non ti arrendi,
impara a dare più di quello che prendi.
Risplenderai nel cielo se non ti arrendi, impara a dare più di quello che prendi.
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(The Truman Show)
Virginio
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Concorso assolutamente con quanto hai esposto, Virginio!
Ancora una volta, come sempre, siamo in sintonia! 🙂
Mentre ti leggevo, mi è venuta in mente questa riflessione/credenza:
“In Italia ci sono parecchie carte e lentezze burocratiche perchè devono allattare i dipendenti statali per giustificare gli stipendi.”
Ecco, credo che il problema in Italia nasca dal fatto che viene vìolato il principio di scambio di DENARO per VALORE.
Da voi in Italia c’è il principio di scambio DENARO per FAVORE… che è molto diverso! 😀
Insomma, la situazione è più ingarbugliata… 😀
In ogni caso, un saluto affettuoso a te e family! 😉
Rispondi1abbraccio
Josè