“Io sono portato per le pubbliche relazioni, sono bravo a trattare con la gente. Possibile che non lo capite? Che c’è di sbagliato in tutto questo?” C’è molto di sbagliato.
Non basta saper trattare con le persone, quello è il minimo. Oggi, invece, è necessario apportare “valore” ai propri clienti e di conseguenze all’azienda per cui si lavora.
Tralasciamo tutte le sfumature dell’interrogatorio disumano, ridiamoci su, e riflettiamo sul “core” del messaggio: è finita l’era delle “relazioni”.
Chi pensa di nascondere con la politica e le “relazioni fiduciarie” la propria “insostenibile inutilità” è destinato a tempi brutti, molto brutti. Una nota serie televisiva recitava “L’inverno sta arrivando”, nel mondo aziendale è già arrivato da un pezzo.
Non c’è spazio per chi “sposta” moduli da una parte a l’altra, per chi si attribuisce i meriti degli altri o per chi pensa di lavorare nel suo compartimento stagno. Ecco cosa c’è di sbagliato.
La comunicazione, la capacità di esprimere empatia, e quindi di velocizzare i processi, è una qualità che tutti devono avere: i programmatori, i tecnici, gli informatici. Non è più possibile relegare le relazioni a pochi soggetti; questo accade in strutture prive di “fiducia”. In queste aziende i livelli si moltiplicano, così si nomina il controllore del controllore del controllato.
Ma non è più sostenibile. Le aziende stanno chiudendo anche per questo. Allora che fanno? Licenziano, pensando di riparare quello che hanno “permesso” per anni interi.
Sempre più prende piede la “lean organization”, ovvero la capacità di snellire la gestione dell’azienda per evitare sprechi ed ottimizzare le risorse. Sempre più, “purtroppo”, le aziende riducono questo concetto (per altro molto evoluto) ai soli tagli, senza pensare ad una vera e propria ri-conquista del valore, ad ogni livello.
La “lean organization” è una forma di evoluzione, non di “involuzione”, e come sempre evolvere vuol dire “semplificare” lasciando intatti i principi umani. In parole povere non è sostenibile licenziare chi apporta valore per favorire chi è politicamente “legato”. Non bastano più le relazioni.
Piuttosto dovremmo chiederci:
Quali sono i pochi processi inutili che si frappongono tra le azioni e i risultati, allungando le tempistiche?
Qual è il 20% dei problemi che genera l’80% della nostra frustrazione?
Come facciamo in modo che i nostri collaboratori esprimano il massimo valore per i nostri clienti?
Le risposte a queste domande possono rappresentare un buon punto di partenza per cominciare ad ottimizzare le risorse
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