Scena sulla gestione dei collaboratori: 3 modi per terrorizzare un nuovo collaboratore

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Di Virginio De Maio

Questa scena tratta dal film “The story of Luke” mi ha fatto sorridere. Allo stesso tempo devo ammettere che ho provato un brivido “sadico” al solo pensiero di poter trattare un mio collaboratore con le stesse modalità di Zack (forse i miei si staranno organizzando per una sommossa preventiva, dopo aver letto questo post 😀 ).

Beh, la verità è che dopo 20 anni di “gestione delle risorse umane” posso dire di averne viste di tutti i colori, persino peggio di Luke, che nella scena è terrorizzato dal dover eseguire un “compito” di cui nessuno gli ha parlato: non solo consegnare la posta, ma anche ritirare quella che dovrà essere spedita.

Dunque, ha fatto bene Zack? Forse è così che bisogna “addestrare” i propri uomini? Secondo me si tratta, senza ombra di dubbio, della ricetta per un “fallimento” certo:

  1. Urla, sminuisci la persona fino a farla sentire inutile
  2. Istruisci in maniera approssimativa, facendo in modo che la persona si senta confusa e non sappia come verrà valutata
  3. Ometti le informazioni utili ad eseguire un buon lavoro

Di contro, ecco quello che funziona, per me, in fase di “inserimento” di un nuovo collaboratore:

  1. Faccio notare spesso i suoi progressi (Hai raggiunto “x” in “y” tempo)
  2. Connetto il significato di ciò che fa ad un “significato” più ampio (Quello che stai facendo è utile a tutta l’azienda perché…)
  3. Definisco nei dettagli cosa dovrà fare e in base a quale criteri verrà valutata la sua performance

Questo è quanto basta per farlo sentire al sicuro, mentre impara a conoscere il gruppo e l’attività. In questo clima di sicurezza, solitamente, vengono fuori “pregi” e “difetti” della persona, lasciando a me il tempo per valutare la strategia giusta per la sua formazione.

Il comportamento di Zack, la reazione della “Signorina Rottermaier”, sono frutto (fantasie non troppo lontane dalla realtà) della complessità in cui si muovono le aziende oggi. Troppo sul “pezzo”, costrette nel vortice dell’operatività per pensare a queste “sciocchezze”: formare, affiancare, far crescere nuovi talenti. Io da imprenditore faccio ammenda e confesso: sono i giovani, le nuove leve, i cervelli in fuga che salveranno questo paese.

Prima ce ne rendiamo conto, meglio è.

* Nel film, Luke è affetto da sindrome autistica e io considero gli autistici menti superiori, particolarmente acuti e brillanti in molte discipline

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“…se caso mai non vi rivedessi…
  
buon pomeriggio, buona sera e buona notte!”…
 

(The Truman Show)

Virginio

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The story of LukeThe Story of Luke Un film di Alonso Filomeno Mayo con Lou Taylor Pucci, Kristin Bauer, Cary Elwes. USA, 2012

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